Il 10 aprile 2024 il Parlamento europeo ha approvato il nuovo Patto su Migrazioni e Asilo, la riforma della politica migratoria. Composto da nove atti legislativi, il Patto mira a stabilire regole comuni (a 27 Stati) per disciplinare l’accoglienza e la ricollocazione dei richiedenti asilo, così modificando il sistema di gestione delle politiche migratorie, da anni oggetto di conflitti tra gli stati membri. La riforma intende regolare la gestione interna dei flussi, i controlli alle frontiere, il meccanismo di solidarietà tra gli stati membri, il regolamento Eurodac (concernente la banca dati Ue delle impronte digitali) e il regolamento sulla procedura.

Presentato dalla Commissione europea nel settembre del 2020, il Patto è stato modificato ed emendato fino al mese di dicembre del 2023, allorché è stato raggiunto un accordo provvisorio. Per acquistare effetto vincolante, la riforma dev’essere ratificata dal Consiglio europeo.

Durante il voto in plenaria, alcuni attivisti hanno interrotto i lavori del PE urlando lo slogan: “Questo Patto uccide.Votate No”.

Una volta approvati formalmente dal Consiglio, i suddetti atti legislativi entreranno in vigore (dopo la loro pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’UE).

L’applicazione dei regolamenti è prevista dopo due anni. Per quanto riguarda la direttiva sulle condizioni di accoglienza, gli Stati membri hanno due anni di tempo per introdurre le modifiche negli ordinamenti interni

Solidarietà e responsabilità

Per aiutare i Paesi UE più esposti alle pressioni migratorie, gli altri Stati membri dovranno contribuire e accogliendo una parte dei richiedenti asilo o dei beneficiari di protezione internazionale nel loro territorio, stanziare contributi finanziari o fornire un sostegno tecnico-operativo. Saranno inoltre aggiornati i criteri che attribuiscono a uno Stato la responsabilità di esaminare le domande di protezione internazionale (le “norme di Dublino”).

Situazioni di crisi

Il regolamento sulle situazioni di crisi e di forza maggiore istituisce un meccanismo di risposta agli aumenti improvvisi degli arrivi, garantendo solidarietà e sostegno agli Stati membri che devono far fronte a un afflusso eccezionale di cittadini di paesi terzi. Le nuove norme affronteranno anche il tema della strumentalizzazione dei migranti, ossia il loro uso da parte di paesi terzi o attori non statali ostili con l’obiettivo di destabilizzare l’UE.

Accertamenti alle frontiere dell’UE

Le persone che non soddisfano i requisiti per entrare nell’UE saranno soggette a un accertamento preliminare della durata massima di sette giorni e comprensivo di identificazione, raccolta di dati biometrici e controlli sanitari e di sicurezza. Gli Stati membri dovranno istituire meccanismi di controllo indipendenti per garantire il rispetto dei diritti fondamentali.

Procedure di asilo più rapide

In tutta l’UE sarà introdotta una nuova procedura per il riconoscimento e la revoca della protezione internazionale. Con le nuove regole, il trattamento delle domande di asilo alle frontiere dovrà diventare più rapido, con scadenze più brevi per le domande infondate o inammissibili.

Regolamento Eurodac

I dati delle persone che entrano irregolarmente nell’UE, comprese le impronte digitali e le immagini del volto di chiunque abbia più di sei anni, saranno memorizzati nella banca dati Eurodac aggiornata. Le autorità potranno anche segnalare gli individui aggressivi, armati o che rappresentano una minaccia alla sicurezza.

Attribuzione delle qualifiche

Il Parlamento ha anche approvato nuove regoli comuni per tutti gli Stati membri sul riconoscimento dello status di rifugiato o di persona che gode di protezione sussidiaria e sui diritti applicabili al riguardo. Gli Stati membri avranno il compito di valutare la situazione nel paese di origine sulla base dei dati forniti dall’Agenzia UE per l’asilo. Una volta concesso, lo status di rifugiato sarà sottoposto a verifiche regolari. Chi ha richiesto protezione dovrà rimanere nel territorio dello Stato membro responsabile di esaminare la domanda o dello Stato che ha concesso la protezione.

Accoglienza dei richiedenti asilo

Gli Stati membri dovranno garantire che gli standard di accoglienza dei richiedenti asilo, ad esempio per quel che riguarda alloggi, istruzione e sanità, siano gli stessi in tutta l’Unione. I richiedenti asilo registrati potranno iniziare a lavorare al più tardi entro sei mesi dalla data di presentazione della domanda. Si procederà anche a regolamentare le condizioni di detenzione e la limitazione della libertà di circolazione, in modo da disincentivare gli spostamenti da un Paese UE all’altro.

Accesso sicuro e legale all’Europa

Il nuovo quadro per il reinsediamento e l’ammissione umanitaria prevede che gli Stati membri possano offrirsi di ospitare i cittadini di paesi terzi riconosciuti dall’ONU come rifugiati, ai quali sarà garantito un accesso all’UE legale, organizzato e sicuro.