Il Rapporto dell’Inps sui pagamenti dell’Assegno di Inclusione (19 uglio 2024), il  Rapporto statistico nazionale 2024 di Caritas italiana (19 Giugno 2024) e il Rapporto della Federazione Italiana degli Organismi per le Persone Senza Dimora (FIO.PSD: 11 giugno 2024) denunciano il carattere selettivo delle politiche di contrasto alla povertà adotate in Italia.

Questa selettività si è affermata mentre l’incidenza della povertà nella popolazione italiana cresceva notevolmente. Nel mese di Luglio di quest’anno l’Istat ha comunicato le stime preliminari sulla povertà assoluta nell’anno 2023. Le persone in condizione di povertà assoluta in Italia sono più di 5,7 milioni nel 2023, per un’incidenza pari al 9,8% : il valore massimo dal 2014.

Solo una parte di questi 5,7 milioni di persone ha ricevuto un sostegno economico.

Il Rapporto dell’Osservatorio statistico dell’INPS su “Assegno di Inclusione (ADI) e Supporto Formazione e Lavoro (SFL)” comunica che nei primi sei mesi del 2024 sono stati circa 698mila i nuclei con domanda accolta di ADI, per un totale di 1,68 milioni di persone coinvolte.

Fino al 30 giugno 2024, sono state accolte 96mila domande per il Supporto per la formazione e il lavoro.

I criteri adottati dall’ADI hanno determinato l’esclusione dalla misura di supporto di un numero elevato di beneficiari del Reddito di Cittadinanza (RdC).

Nel 2023, il Rapporto annuale dell’INPS rilevava che già nel dicembre 2019, 8 mesi dal suo avvio, i beneficiari del RdC erano 3,5 milioni (1,6 milioni di nuclei). Essi sono diventati 3,6 milioni (1,69 milioni di nuclei) nell’anno 2022. Nel corso del 2023, le persone che hanno beneficiato di almeno una mensilità di RdC sono state 2.722.299 (1.215.881 nuclei familiari).

Il Rapporto annuale 2023 dell’INPS, prendendo come base il numero dei nuclei con ISEE inferiore a 9.360 euro in quanto nuclei potenziali beneficiari di RdC, evidenziava che i nuclei beneficiari effettivi sono stati nel corso degli anni mediamente il 61% . Il RdC ha assicurato una misura di supporto economico, almeno con una mensilità, al 50-60% della popolazione in condizione di povertà. Con il passaggio dal RdC all’ADI la copertura di welfare è diminuita significativamente per un numero elevato di persone in condizione di povertà. Il numero di beneficiari dell’ADI rispetto alle persone in condizione di povertà rischia di stabilizzarsi attorno al 20-30% della popolazione in condizione dii povertà.

In una sorta di progressiva privatizzazione dei problemi collettivi, la selettività delle misure di contrasto pubblico affida inevitabilmente alla famiglia e alle relazioni informali responsabilità e compiti sempre più gravosi. In questi anni, ciò che molti Studi e Rapposrti evidenziano non è la passività della maggioranza delle famiglie povere, ma il loro crescente impegno quotidiano per affrontare il costo di beni essenziali.

Le famiglie povere sono impegnate quotidianamente per gestire un bilancio familiare costantemente insufficiente, per pagare l’affitto, per accedere ai servizi di supporto, per risparmiare sul cibo, sui trasporti, sul riscaldamento della abitazione, per il timore di accumulare debiti.

Molti studi rilevano le battaglie quotidiane delle famiglie povere per essere buoni genitori, per creare una zona protettiva dove i loro figli possono essere protetti dai pericoli presenti nel quartiere e per garantire loro opportunità di istruzione e soddisfare i loro bisogni materiali.