(Fonte: Senato.it)
Il 6 Dicembre 2024, a Montevideo (Uruguay), la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, insieme ai presidenti di Uruguay, Argentina, Brasile e Paraguay, ha annunciato la conclusione dell’Accordo di Partenariato.
La firma giunge dopo oltre cinque anni dall’accordo provvisorio raggiunto nel 2019, e con alcuni significativi cambiamenti del testo.
Per concludere l’accordo è stato essenziale l’accettazione, da parte del Brasile, della norma secondo cui il mancato rispetto dell’Accordo di Parigi sul clima può portare alla sospensione parziale o totale delle regole di libero scambio. L’UE ha infatti sempre sostenuto che questa clausola fosse cruciale, tanto da impegnarsi ad inserirla in tutti i suoi futuri accordi commerciali.
In cambio, il Brasile ha convinto l’UE a rivedere le condizioni per l’esportazione delle sue automobili. L’Ue ha dovuto anche accettare l’inclusione nell’accordo di un “meccanismo di equilibrio” in caso di future nuove regolamentazioni europee sul settore. Se uno dei partner adotta nuove misure che alterano i benefici dell’accordo, l’altra parte potrebbe deferire la questione a un tribunale arbitrale (all’interno dell’accordo) e, se il tribunale dà parere favorevole, imporre misure di riequilibrio.
Oltre che per l’inclusione delle previsioni di Parigi sui cambiamenti climatici, la Commissione sostiene che l’accordo concluso il 6 dicembre rappresenti un miglioramento rispetto a quello del 2019, anche su altri punti:
-rafforzamento del capitolo su commercio e sviluppo sostenibile, in particolare per quanto riguarda i nuovi impegni (per la prima volta giuridicamente vincolanti) sulla deforestazione; sono previsti impegni aggiuntivi su: commercio ed emancipazione femminile; catene produttive sostenibili; commercio di prodotti sostenibili e che aiutino le popolazioni indigene; tutela del lavoro, specie minorile;
-inclusione del capitolo sulle indicazioni geografiche (per circa 350 prodotti UE; di questi 57 sono italiani);
-rimodulazione dei dazi sull’esportazione;
-introduzione di un capitolo sugli appalti pubblici, sulla base dei principi di non discriminazione, trasparenza ed equità (con alcune flessibilità e l’esclusione del settore sanitario per il Brasile).
Tra le altre novità rispetto all’accordo del 2029 si segnala che le esportazioni di veicoli elettrici e ibridi europei vedranno abolite le tariffe nell’arco di 18 anni anziché 15. L’UE ha anche accettato di rafforzare la clausola di salvaguardia in caso di afflusso troppo massiccio di veicoli europei di qualsiasi tipo: i Paesi del Mercosur potranno sospendere il calendario della graduale liberalizzazione in caso di “danno” (e non più di “grave danno”) al mercato locale.
Sono state fatte concessioni anche sull’accesso dell’UE alle materie prime provenienti dal Brasile che non saranno tutte soggette a totale liberalizzazione (che è invece assicurata invece per nichel, rame, alluminio, materie prime siderurgiche, acciaio e titanio). In caso di dazi in uscita, la Commissione ha però negoziato preferenze di almeno il 50% su qualsiasi tassa sull’esportazione che il Brasile introduce su questi prodotti, nonché un tetto del 25% sulle tariffe che potrebbero essere potenzialmente introdotte.
Le tariffe e le quote sui prodotti agricoli prodotti nei Paesi del Mercosur non sono state modificate rispetto all’accordo raggiunto nel 2019, nonostante siano state criticate dai rappresentanti del settore in diversi Paesi UE.
Il testo dell’accordo dovrà ora essere presentato al Consiglio, che deve approvarlo a maggioranza qualificata, e al Parlamento europeo, per la ratifica. Il processo richiederà presumibilmente diversi mesi.
L’accordo è stato già oggetto di una discussione preliminare nel Consiglio UE Agricoltura dello scorso 9 dicembre. Molti Paesi (tra cui Germania, Spagna e la maggioranza dei nordici) hanno già espresso una posizione sostanzialmente favorevole all’accordo. Il fronte dell’opposizione è guidato invece da Francia e Austria. Altri Paesi hanno espresso posizioni più sfumate. A margine della riunione del Consiglio UE, i ministri di Italia e Polonia, hanno sottolineato l’esigenza di introdurre maggiore garanzie di reciprocità e meccanismi di compensazione.
Si ricorda che la componente principale dell’accordo riguarda le relazioni commerciali tra le due organizzazioni, materia che, dal lato europeo, rientra nella competenza esclusiva dell’UE. Il partenariato include però anche diversi capitoli di altra natura, dal dialogo politico alla cooperazione, che sono di competenza concorrente tra Ue e Stati membri.
Nel momento in cui, dopo la revisione giuridica e linguistica, la Commissione presenterà il provvedimento al Consiglio UE e al Parlamento europeo, dovrà anche indicare la sua base giuridica. Si prefigurano quindi due possibilità:
-la presentazione di un unico accordo, che tratterebbe di materie sia di competenza esclusiva Ue che di competenza concorrente (c.d. “accordo misto”), e dovrebbe quindi essere approvato sia dall’UE che da tutti i suoi Stati membri;
-la presentazione di due accordi giuridicamente separati, sebbene in un unico “pacchetto politico”; in questo modo l’accordo contenente le norme di politica commerciale, che è competenza esclusiva dell’UE, sarebbe ratificato solo da parte di Consiglio e Parlamento europeo.
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