Globalizzazione e ruolo del sindacato: gli accordi transnazionali.

Globalizzazione e ruolo del sindacato: gli accordi transnazionali

di Bianca Cuciniello (UIL. Dipartimento Contrattazione Privata, Rappresentanza, Politiche Settoriali e Ambiente).

Oggi le imprese, spinte della necessità di essere competitive sui mercati globali e aiutate dalla legislazione europea in materia di società e di mercati finanziari, si muovono con sempre minor sforzo all’interno del mercato unico europeo al di là delle frontiere nazionali e, di conseguenza, le catene e le filiere di creazione del valore sono divenute maggiormente transnazionali.

In questo contesto, i diritti di partecipazione agli organi dell’impresa e le varie forme pratiche di cooperazione esistenti a livello nazionale, rischiano di diventare inutili se non superano le proprie frontiere.

Particolare preoccupazione destano le Multinazionali. E’ da sempre evidente e tangibile l’irritazione e la resistenza con cui le Grandi Compagnie si oppongono a tutte quelle regole e convenzioni sugli standard di qualità e di tutela, in Europa e nel mondo, in materia di produzione e commercio, non rispettandole o scavalcandole, causando in tal modo l’abbattimento degli standard in termini di diritti e qualità del lavoro.

Nell’ultimo decennio il processo di globalizzazione ha comportato un cambiamento dello scenario, assegnando alle grandi società multinazionali un ruolo di primo piano, sul rispetto dei diritti in modo spesso molto più sostanziale del governo che le ospita, in termini economici, sociali e ambientali.

Le imprese multinazionali si ritrovano spesso a violare i diritti umani fondamentali e del lavoro, è necessario dunque che esse assumano un livello di maggiore responsabilità in merito ai propri comportamenti in relazione a: diritti umani, diritti dei lavoratori, protezione e salvaguardia dell’ambiente, protezione dei consumatori, trasparenza e correttezza della pubblicità e dell’informazione, qualità e sicurezza del prodotto, salute dei cittadini, lotta alla corruzione, fiscalità, sovranità nazionale e rispetto delle comunità locali e dei diritti delle popolazioni indigene.

Ma, dato che non esiste una legislazione universale che introduce obblighi giuridici in capo alle Multinazionali, occorre individuare chi può intervenire, e con quali strumenti, per governare il comportamento socialmente responsabile di questi importanti attori del mercato globale. Uno dei grandi problemi di natura giuridica sono i limiti del principio di territorialità e la conseguente necessità di una regolamentazione a carattere extraterritoriale, che si cerca di risolvere con accordi transnazionali. L’assenza di una legislazione a vocazione universale crea però problematiche in materia di contrattazione collettiva transnazionale, come ad esempio l’identificazione dei soggetti legittimati a stipulare le intese. Questa è materia di continuo dibattito all’interno delle Organizzazioni Sindacali Internazionali impegnate nella predisposizione di un quadro giuridico e negoziale per governare e indirizzare l’operato delle Multinazionali.

Gli strumenti, formali e sostanziali, ci sono: la Strategia Europea per la RSI, i Piani Nazionali dei Paesi Europei, gli orientamenti e i Piani dell’ONU, le Linee Guida dell’OCSE la cui diffusione e controllo in Italia sono attribuiti al PCN (Punto di Contatto Nazionale) istituito presso il MISE, le Convenzioni ILO, i CAE.

Tra questi rivestono un ruolo particolare gli accordi-quadro internazionali che vengono generalmente stipulati tra le società multinazionali e le Organizzazioni Sindacali internazionali che in molti casi sono supportate dai Comitati Aziendali Europei (CAE). Tali Accordi definiscono standard minimi a livello d’impresa validi in tutti i Paesi in cui essa è presente e si rivelano uno strumento efficace per limitare il dumping sociale. Hanno, poi, l’obiettivo di far garantire, da parte delle imprese multinazionali nell’ambito della loro attività d’impresa, il rispetto dei Core Labour Standards, i principi internazionali del lavoro, disciplinati dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) e che ricomprendono principi come il divieto di discriminazione, il divieto di lavoro forzato e minorile, fino alla tutela della libertà sindacale.

Gli accordi-quadro transnazionali sono una delle principali risposte sindacali, in termini di soft law, alla globalizzazione dei mercati e contribuiscono allo sviluppo del dialogo sociale transfrontaliero tra imprenditori ed Organizzazioni Sindacali e federazioni di categoria. La Uil è da sempre impegnata anche su questo terreno. Perché solo con un concezione forte del sindacato europeo si potranno arginare gli effetti negativi della globalizzazione.