Fonte: EURISPES, BRICS LAB.
DOCUMENTI E COMMENTI SUL XV VERTICE BRICS (Johannesburg, 22-24 agosto 2023).
Al vertice erano presenti i leader dei paesi aderenti al BRICS; la Russia era rappresentata dal ministro degli esteri, Sergei Lavrov. Il presidente Putin ha seguito i lavori in videoconferenza, essendo oggetto di un mandato d’arresto della Corte penale internazionale per presunti crimini di guerra commessi dai militari russi in Ucraina. La sua potenziale visita aveva suscitato problemi diplomatici e legali per il Sudafrica, alleato di Mosca di lunga data.
Commenti sul XV Vertice BRICS, raccolti da EURISPES, BRICS LAB. (Trattasi di commenti di esperti del Laboratorio BRICS e di esperti partecipanti a conferenze internazionali sul tema BRICS).
1. Darwis KHUDORI (Directeur, Master Echanges avec l’Asie. Université Le Havre Normandie, France)
The evolution of BRICS is very exciting. The BRICS accepted six new members: Saudi Arabia, Iran, Ethiopia, Egypt, Argentina and the United Arab Emirates. As for Indonesia, it has not declared its “expression of interest” (which is the condition to be BRICS member). For the moment, Indonesia seems to be more focused on developing ASEAN and more comfortable outside BRICS to stay “non-aligned” and to keep friendly with all countries in the world.
On the other hand, president Joko Widodo was invited and present in the BRICS Summit. He also visited other countries of Southern and Eastern Africa: Kenya, Mozambique and Tanzania.
2.Paolo MOTTA ((membro esperto, Eurispes BRICS-LAB)
The decision to enlarge the BRICS is a turning point in the global scenario as discussed and foreseen in the Rise of Asia Conferences since several years!!. Let s hope will be the sign of a real international rebalance ..
3.Elisabetta BASILE – Claudio CECCHI ((membri esperti, Eurispes BRICS-LAB)
Ieri quando abbiamo sentito la notizia al telegiornale abbiamo avuto un forte ritorno di interesse e abbiamo cominciato a riflettere su questo cambiamento. Moltissime domande ci sono venute in mente e abbiamo anche – imprudentemente! – improvvisato qualche risposta. L’elenco delle domande è ormai molto lungo.
– Dopo alcuni anni in cui non è successo nulla o quasi dentro i BRICS e dopo molto parlare di BRICS Plus senza concludere nulla, dal 2024 molti paesi (e che paesi!) entrano: perché adesso? Perché questi paesi? Cosa c’entrano i vecchi BRICS con Iran, Etiopia, Arabia Saudita? Qual è il progetto che questo allargamento rivela?
– Le grandi differenze sono state un enorme problema per l’azione dei BRICS, mentre la coalizione è stata solidamente dominata dalla Cina: qual è la situazione adesso? Le differenze tra i paesi aumentano, e con esse esplodono anche le differenze degli interessi che i paesi portano avanti: è un passo avanti per il progetto originario? Oppure è un arretramento in termine di forza e capacità di incisione della coalizione? Cosa rimane del progetto originario?
– Le dichiarazioni iniziali dei BRICS esprimevano un forte riferimento allo spirito di Bandung. Negli ultimi summit lo spirito di Bandung era richiamato con molto timidezza (ne parlava ormai solo il nostro amico Khudori). Oggi la situazione potrebbe cambiare: si può pensare alla rinascita dello spirito di Bandung? E’ realistico pensare che paesi tanto diversi possano essere collettivamente ispirati dal richiamo al non allineamento degli anni 1950-1960? Può lo spirito di Bandung unire dei paesi tanto diversi? Alcuni paesi tra i BRICS vecchi e tra i BRICS nuovi hanno un ruolo di primo piano nell’economia e nella finanza internazionale e hanno solidi collegamenti politici ed economici con l’occidente capitalistico: è davvero realistico pensare che si muovano all’interno della visione portata avanti da Nehru, Nasser e Tito? Ma se il loro riferimento culturale e politico non è il non allineamento, allora qual è l’obiettivo che perseguono con il Super BRICS?
Insomma, molte domande e una grande necessità di studiare, pensare e confrontarsi. Ma anche molto tempo e molte energie per questo sforzo, cominciando con dettagliate schede-paese per i nuovi BRICS e anche con attente esplorazioni delle dinamiche internazionali in cui i vecchi e i nuovi membri si muovono. Forse è il momento di rimettere in moto il nostro BRICS Lab!
4.Elena VEDUTA (Head of the Department of StrategicPplanning and Economic Policy. Lomonosova Moscow State University),
The growing number of countries seeking to join the BRICS testifies to the understanding of the unfairness of the economic order prevailing in the world, when Western countries “draw” their currencies, receiving in exchange the material resources of those countries whose currencies are not key (reserve). …The main issue remains the organization of a new system of government that serves a better future for ordinary people. In my opinion, it is not so important to determine the criterion for a country to join the BRICS, although it is interesting. The main thing is to think about the fact that all countries, including the BRICS countries, are in the system of global governance that implements the interests of transnational financial and digital corporations. Without a transition to a new governance system that promotes the interests of ordinary people, the BRICS will be just a nominal loud association calling for justice.
In my opinion, the important issue that should be discussed at the seminar devoted to the problems of the BRICS… is definition the concept and mechanisms for implementing an alternative system of global (national) governance that implements moral principles to improve people’s lives.
5.Magda REFAA (Expert, Brazil).
I think that today, in the face of the hegemony of the United States and its allies, the BRICS group – or, more recently, BRICS+ – is trying to form a bloc with political and economic weight on the international scene. This is not in order to create an alternative to the rules of the neo-liberal system – most of these countries already apply the neo-liberal recipe – but only to create a state of balance of power on the international scene, or in other words, to create a multi-polar world within the same system.
6.Siphamandla ZONDI (Expert, India)
The questions raised may require a roundtable to ventilate fully, especially why the 6 countries invited into the BRICS membership. Very pertinent questions
7.Bruno DRWESKI (Expert, France)
According to me the countries accepted in BRICS are the ones looking like the more not anti West anti NATO so to make brics not looking as an anti western “block” but a positive alliance not seeking new cold war between two blocks.
Candidates like Algeria, Mexico, Belarus, Cuba etc are then now obvious future members but better than a bit later when the world will be accustomed to the idea BRICS is a peacefull alliance quite different from the NATO conflictual logic.
Other reasons : to accept Egypt and Ethiopia, or Iran and Saudia, or even Saudia and UAE makes out of brics the main potential neutral negotiator between those conflicted countries, leaving out of this “game” (“mess”?) western block, NATO and USA. Saudia plus UAE plus Iran makes out of BRICS the main player on energy prices.
8.Aicha EL ALAOUI (Prof., President Dihiya Center for Human Rights, Democracy and Development, Rabat, Marocco).
It is amazing that BRICS is now BRICS+, adding six important countries.
The question is why these countries? why not add all membership seekers? What are the BRICS’ undeclared goals? Can BRICS+ establish a new order/system or will they collaborate with north/west against poor and vulnerable people/countries? how can the south, especially Africa, benefit from the power of BRICS+ without being dependent? How can BRICS+ be guaranteed the fighting strength to establish a new, more just and equitable system (global order)? can the future structure of BRICS+ be at the service of the south (particularly Africa)?
9.Commenti selezionati da Lino Cardarelli, 21.8.2023
Opinioni significative di commentatori partecipanti al XV vertice 2023 (In totale sono stati 1,188 media accreditati, oramai quasi quanto il G7. Con un Caveat: a Johannesburg non c’è uno che comanda a differenza del G7, dove é ben nota l’influenza dominante degli Stati Uniti.).
Commento 1. Secondo il commentatore M K Bhadrakumar, noto ex diplomatico indiano, sul tavolo c’è la questione dell’allargamento – 19 paesi dall’Indonesia, all’Iran, all’Arabia Saudita hanno chiesto di far parte del BRICS – ma è in discussione se il BRICS debba contrapporsi, o no, al G7. Detto per inciso, anche l’UE all’atto dell’allargamento a Est avrebbe dovuto discutere se agli aspiranti al visto di ingresso si dovesse chiedere l’adesione al progetto di unità politica nello stato sovranazionale, o solo la condivisione dei valori che a volte è poco piu’ che aria fritta. A quanto pare, per la Cina il BRICS deve essere l’embrione del nuovo ordine mondiale; per l’India invece, esso non deve contrapporsi all’Occidente, ma operare affinché l’attuale sistema evolva nel senso desiderato. Sottostante, osserva Bhadrakumar, c’è l’insicurezza dell’India che vede negli Stati Uniti un contrappeso all’ingombrante vicina Cina. Un segnale di questa divergenza può essere visto nel fatto che al Forum economico che ha aperto il vertice, Xi non c’era – ne dà notizia, con non nascosto compiacimento, la newsletter di Foreign Policy. Al Forum è invece intervenuto Putin, collegato da Mosca. Il suo discorso è stato molto in tema, quindi pieno di dati sullo sviluppo degli scambi e delle infrastrutture. Ed una osservazione: con il criterio della parità del potere d’acquisto, il PIL del BRICS quest’anno supererà quello del G7.
Commento 2. Delle ambizioni degli Stati Uniti, e della necessità che vengano in qualche modo “moderate”, parla in un nuovo, rigoroso, commento Michael Von Der Schulenburg. Egli inizia osservando che solo 20 giorni dopo la solenne firma della Carta delle Nazioni Unite, un programma per mettere al bando la guerra come mezzo per risolvere le controversie internazionali, gli Stati Uniti facevano esplodere la prima bomba atomica nel deserto del Nevada. Come sappiamo, l’esperimento è stato seguito in agosto dai lanci su Hiroshima e Nagasaki; inoltre dal Progetto Manhattan è nato il complesso industrial- militare che ha militarizzato la politica estera americana. Per cui, realizzando un programma opposto, gli Stati Uniti hanno subito tradito la Carta. L’ambizione americana di dominare il mondo è venuta alla luce del sole con la fine della Guerra Fredda, quando la NATO non è stata sciolta, ed è diventata ipso facto un’organizzazione illegale dal punto di vista delle Nazioni Unite. Von Der Schulenburg conclude affermando che un mondo multipolare è oggi l’unica via per rendere effettiva l’azione della Nazioni Unite sottraendole all’influenza di un impero-piglia-tutto.
Commento 3 – analista Alexandra Sharp , pubblicato su News Letter di Foreign Policy
“Building BRICS”. Leaders and senior officials from five of the world’s top emerging economies convened in Johannesburg on Tuesday to kick off the three-day BRICS summit. The bloc—whose members are Brazil, Russia, India, China, and South Africa—represents 40 percent of the world’s population and a quarter of its GDP.
Two key issues will frame much of the bloc’s discussions: expansion and economic growth. The five attendees are expected to discuss criteria needed to admit new countries into the bloc. Argentina, Belarus, Indonesia, Iran, Nigeria, and Saudi Arabia have all expressed interest in joining. BRICS hopes that by enlarging the group, it can create a counterweight to Western economic and geopolitical dominance, something that has become increasingly important to BRICS members as China’s rivalry with the United States intensifies and Russia’s war against Ukraine drags on.
But not everyone is on board with opening BRICS’s doors. Although Russia wants new allies to support its war effort, India and Brazil both fear that rushing into expansion could dilute the bloc’s influence globally. Meanwhile, South Africa—the smallest economy of the group—wants to pivot expansion efforts toward other African nations. South African President Cyril Ramaphosa invited more than 30 African leaders to participate in BRICS meetings this week.
BRICS leaders also hope to create a framework at this week’s summit that will encourage the use of countries’ own local currencies for direct trade. By shifting away from the U.S. dollar, BRICS aims to decrease dollar diplomacy and the strength that Western institutions, such as the International Monetary Fund, have on foreign affairs. At this time, though, South African officials said the creation of a common BRICS currency is not on the table.
Given the importance of these economic conversations, Chinese President Xi Jinping’s abrupt decision to skip a BRICS business forum on Tuesday, when he was scheduled to give a speech, raised eyebrows among China watchers. The other four world leaders all gave speeches at the event—even Russian President Vladimir Putin, though his was delivered virtually, as he is not physically attending the summit due to the outstanding International Criminal Court warrant for his arrest. Why Xi chose to play hooky from the event and send his commerce minister in his place is unclear—after all, Xi had just attended a lunch with Ramaphosa shortly before the forum—but it was certainly an odd way to kick off the summit. FONTE: Newsletter di Foreign Policy.
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