Migliorare le condizioni di lavoro nel lavoro mediante piattaforme digitali.
Proposte della Commissione UE. 8 dicembre 2021La Commissione europea ha presentato l’8 dicembre 2021 un ”pacchetto” di misure volte a migliorare le condizioni di lavoro nel lavoro mediante piattaforme digitali e a sostenere la crescita sostenibile delle piattaforme di lavoro digitali nell’UE.
Le nuove norme mirano a garantire che le persone che lavorano mediante piattaforme di lavoro digitali possano godere dei diritti e delle prestazioni sociali loro spettanti; esse dovranno beneficiare inoltre di una protezione aggiuntiva per quanto riguarda l’uso della gestione algoritmica (ossia di sistemi automatizzati che affiancano o sostituiscono le funzioni dirigenziali sul luogo di lavoro). Un insieme comune di norme dell’UE dovrà garantire una maggiore certezza del diritto, consentendo così alle piattaforme di lavoro digitali di trarre pieno vantaggio dal potenziale economico del mercato unico, e condizioni di parità.
Nell’ambito del suddetto pacchetto, la Commissione propone:
a) una comunicazione che definisce l’approccio e le misure dell’UE sul lavoro mediante piattaforme digitali. Queste ultime sono integrate da azioni che le autorità nazionali, le parti sociali e altri soggetti interessati dovrebbero adottare al loro livello. La comunicazione mira inoltre a gettare le basi per lavorare a future norme globali per un lavoro di alta qualità mediante piattaforme digitali;
b) una proposta di direttiva relativa al miglioramento delle condizioni di lavoro nel lavoro mediante piattaforme digitali, che comprende misure volte a determinare correttamente la situazione occupazionale delle persone che lavorano mediante piattaforme di lavoro digitali e nuovi diritti per i lavoratori subordinati e autonomi per quanto riguarda la gestione algoritmica;
c) un progetto di orientamenti che chiariscono l’applicazione del diritto dell’UE in materia di concorrenza ai contratti collettivi dei lavoratori autonomi individuali che cercano di migliorare le loro condizioni di lavoro, compresi coloro che lavorano mediante piattaforme di lavoro digitali.
2.Proposta di Direttiva relativa al miglioramento delle condizioni di lavoro nel lavoro mediante piattaforme digitali
2.1. Situazione occupazionale. La proposta di direttiva mira a garantire che la situazione occupazionale delle persone che lavorano mediante piattaforme di lavoro digitali corrisponda, a livello giuridico, ai loro effettivi contratti di lavoro. Essa prevede un elenco di criteri di controllo volti a determinare se la piattaforma è un “datore di lavoro”. Nei casi in cui la piattaforma soddisfi almeno due di tali criteri, giuridicamente si presume che essa sia un datore di lavoro. Le persone che lavorano mediante tali piattaforme godrebbero quindi dei diritti sociali e del lavoro che derivano dalla condizione di “lavoratore subordinato”. Per coloro che sono qualificati come lavoratori subordinati, ciò significa il diritto a: un salario minimo (laddove esista); alla contrattazione collettiva; ad un orario di lavoro; alla tutela della salute; a ferie retribuite; ad un migliore accesso alla protezione contro gli infortuni sul lavoro; alle prestazioni di disoccupazione e di malattia, nonché alle pensioni di vecchiaia contributive. Le piattaforme potranno ovviamente contestare o “confutare” questa classificazione, ma con l’onere di dimostrare che non sussiste un rapporto di lavoro. I criteri chiari proposti dalla Commissione consentiranno alle piattaforme di beneficiare di una maggiore certezza del diritto e una riduzione dei costi delle controversie e faciliteranno la pianificazione aziendale.
2.2. Gestione algoritmica. Le nuove norme aumenteranno la trasparenza nell’uso degli algoritmi da parte delle piattaforme di lavoro digitali, garantisce il “monitoraggio umano” del rispetto delle condizioni di lavoro e conferiranno il diritto di contestare le decisioni automatizzate. Questi nuovi diritti riguardano sia i lavoratori subordinati che i veri lavoratori autonomi.
2.3. Applicazione, trasparenza e tracciabilità. Spesso le autorità nazionali hanno difficoltà ad accedere ai dati relativi alle piattaforme e alle persone che lavorano mediante le stesse. Ciò è ancora più difficile quando le piattaforme operano in più Stati membri, con conseguenti difficoltà a stabilire dove venga svolto il lavoro e da chi.
La proposta della Commissione porterà a una maggiore trasparenza per quanto riguarda le piattaforme, chiarendo gli obblighi esistenti di dichiarare il lavoro alle autorità nazionali e chiedendo alle piattaforme di mettere a disposizione delle autorità nazionali informazioni chiave sulle loro attività e sulle persone che lavorano mediante esse.
Nella comunicazione “Migliori condizioni di lavoro per un’Europa sociale più forte: sfruttare appieno i vantaggi della digitalizzazione per il futuro del lavoro” , la Commissione invita gli Stati membri, le parti sociali e tutti i soggetti interessati a proporre misure per migliorare le condizioni di lavoro nel lavoro mediante piattaforme digitali. Il suo obiettivo è sfruttare i vantaggi della trasformazione digitale e proteggere l’economia sociale di mercato europea. L’UE intende inoltre dare l’esempio e contribuire alle future norme globali per il lavoro di alta qualità mediante piattaforme digitali. Le piattaforme operano in modo transfrontaliero. Ciò giustifica un approccio normativo transfrontaliero.
3. Progetto di orientamenti sull’applicazione del diritto dell’UE in materia di concorrenza. La Commissione avvia anche una consultazione pubblica sul progetto di orientamenti relativo all’applicazione del diritto UE in materia di concorrenza ai contratti collettivi dei lavoratori autonomi individuali, cioè di coloro che lavorano in totale autonomia e senza dipendenti. Tale progetto di orientamenti mira a garantire la certezza del diritto e a far sì che il diritto dell’UE in materia di concorrenza non ostacoli gli sforzi di quei lavoratori autonomi individuali che cercano di migliorare le condizioni di lavoro collettive, compresa la retribuzione, nei casi in cui questi si trovino in una posizione relativamente debole, ad esempio qualora vi sia un significativo squilibrio nel potere contrattuale. Il progetto di orientamenti si riferisce sia alle situazioni online che quelle offline.
4.Prossime tappe. La suddetta proposta di direttiva della Commissione sarà ora discussa dal Parlamento europeo e dal Consiglio. Una volta adottata, gli Stati membri avranno 2 anni di tempo per recepire le disposizioni della direttiva nella legislazione nazionale. Il progetto di orientamenti relativi all’applicazione del diritto dell’UE in materia di concorrenza sarà sottoposto a una consultazione pubblica della durata di 8 settimane per raccogliere i riscontri delle parti interessate, dopo di che sarà adottato dalla Commissione. Gli orientamenti vincolano la Commissione nella successiva interpretazione e applicazione delle diritto dell’UE in materia di concorrenza.
4.1.Contesto. L’economia delle piattaforme digitali è in rapida crescita. Oggi sono oltre 28 milioni le persone nell’UE che lavorano mediante piattaforme di lavoro digitali. Si prevede che nel 2025 arriveranno a essere 43 milioni. La stragrande maggioranza di queste persone sono veri lavoratori autonomi. Si stima tuttavia che 5,5 milioni di persone siano erroneamente classificate come lavoratori autonomi. Tra il 2016 e il 2020 le entrate dell’economia delle piattaforme sono quasi quintuplicate, passando da circa 3 miliardi di € a circa 14 miliardi di Euro.
Le piattaforme di lavoro digitali creano opportunità per le imprese, i lavoratori subordinati e autonomi, nonché un migliore accesso ai servizi per i consumatori. Tuttavia nuove modalità di lavoro comportano anche nuove sfide. Diventa sempre più difficile classificare correttamente la situazione occupazionale delle persone e ciò in alcuni casi comporta un’inadeguata applicazione dei diritti dei lavoratori e della protezione sociale. Inoltre l’uso di algoritmi nel lavoro mediante piattaforme digitali può sollevare questioni di responsabilità e trasparenza.
Nei suoi orientamenti politici, la Presidente Von der Leyen ha sottolineato che la trasformazione digitale “comporta rapidi cambiamenti che influiscono sui nostri mercati del lavoro” e si è impegnata a individuare “modi per migliorare le condizioni di lavoro degli operatori delle piattaforme digitali”. Nel Programma di lavoro della Commissione per il 2021 era stata annunciata un’iniziativa legislativa sul miglioramento delle condizioni di lavoro nel lavoro mediante piattaforme digitali per la fine del 2021, a seguito di una consultazione in due fasi delle parti sociali. La proposta è una delle iniziative chiave del Piano d’azione sul pilastro europeo dei diritti sociali.
Conformemente all’art. 154, par. 2, TFUE, la Commissione ha proceduto a una consultazione in due fasi delle parti sociali europee. La prima fase della consultazione si è tenuta dal 24 febbraio al 7 aprile 2021. La seconda fase è stata avviata il 15 giugno e si è conclusa il 15 settembre 2021. La Commissione ha intrattenuto scambi con molte parti interessate per orientare questa iniziativa, tra cui riunioni dedicate con le piattaforme digitali, le associazioni dei lavoratori delle piattaforme digitali, i sindacati, i rappresentanti degli Stati membri, gli esperti del mondo accademico e delle organizzazioni internazionali e i rappresentanti della società civile. I risultati del processo di consultazione sono disponibili nell’allegato della valutazione d’impatto che accompagna la proposta di direttiva.
5. Dichiarazioni del ministro del Lavoro, Andrea Orlando: “Un risultato che accogliamo con soddisfazione, che recepisce anche le nostre richieste su un tema che rappresenta una delle priorità su cui siamo impegnati e sul quale continueremo a lavorare sia a livello nazionale che europeo”. “Il pacchetto di misure approvato dalla Commissione Ue per una Direttiva che migliori le condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori delle piattaforme digitali rappresenta un passo molto importante. Si tratta di una priorità che il nostro Governo è impegnato a promuovere a livello nazionale e in sede europea e sulla quale continueremo a impegnarci sostenendone una visione ambiziosa che garantisca tutele a tutti per il presente e il futuro. La proposta accoglie -commenta il Ministro- e dà supporto a due nostre richieste. Chiarire lo status dei lavoratori delle piattaforme, orientandosi a favore del riconoscimento di un rapporto dipendente, e dare centralità al tema dell’utilizzo di algoritmi e sistemi di intelligenza artificiale. Questi ultimi svolgono un ruolo cruciale nel definire, valutare e monitorare l’esecuzione delle prestazioni dei lavoratori su piattaforme e dobbiamo essere preparati ad adeguare l’apparato normativo e di tutele nella stessa direzione.
Bisogna promuovere diritti digitali collettivi adottando misure di garanzia e trasparenza per l’utilizzo di dati e di algoritmi per riequilibrare le asimmetrie del mercato del lavoro digitale. Per questo, sul fronte della regolazione algoritmica e il corretto utilizzo dei dati dei lavoratori, in Italia ci stiamo impegnando -sottolinea Orlando- a definire una proposta di legge per la trasparenza e la prevedibilità delle condizioni di lavoro. Ma soprattutto, stiamo avviando un percorso per capire come si può creare valore per tutta la società da questi dati.
Il lavoro su piattaforme digitali è un’opportunità e può essere sostenibile solo se offre posti di lavoro di qualità e se rispetta i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici. Oggi, in Europa si è aggiunto un tassello in questa direzione”.
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