Commissione UE. Relazione sullo Stato di diritto 2024: con la quinta edizione, l’UE è più pronta ad affrontare le sfide in materia di Stato di diritto.

1.Il 24 Luglio 2024, la Commissione UE ha pubblicato la quinta relazione annuale sullo Stato di diritto, in cui esamina sistematicamente e obiettivamente gli sviluppi avvenuti in tutti gli Stati membri, in condizioni di parità. Rispetto a quando è stata adottata la prima edizione della relazione sullo Stato di diritto, nel 2020, gli Stati membri e l’UE nel suo complesso sono decisamente meglio preparati a individuare, prevenire e affrontare le crisi emergenti, il che contribuisce a rendere resilienti le nostre democrazie europee e ad alimentare la fiducia reciproca all’interno dell’Unione; contribuisce inoltre al buon funzionamento del mercato unico e a un contesto imprenditoriale che promuove la competitività e la crescita sostenibile.

Dalla sua prima pubblicazione nel 2020, la relazione è diventata un autentico fattore di promozione di riforme positive: due terzi (il 68%) delle raccomandazioni formulate nel 2023 sono state pienamente o parzialmente seguite. Tuttavia, in alcuni Stati membri permangono problemi sistematici e la situazione si è ulteriormente aggravata. Tali preoccupazioni sono affrontate nelle raccomandazioni della relazione di quest’anno. Non sono formulate in questa sede raccomandazioni nei confronti dei paesi dell’allargamento, che sono invece emesse esclusivamente nel pacchetto annuale sull’allargamento.

Tra i capitoli sui singoli paesi, la relazione di quest’anno comprende per la prima volta quattro capitoli sulla situazione in Albania, Montenegro, Macedonia del Nord e Serbia. Includere nella relazione sullo Stato di diritto questi paesi dell’allargamento, i più avanzati nel processo di adesione, sosterrà le loro azioni di riforma, aiuterà le loro autorità a progredire ulteriormente verso l’adesione e li preparerà a proseguire il lavoro nel settore dello Stato di diritto in quanto futuri Stati membri. 

Secondo un’indagine Speciale Eurobarometro, pubblicata il 24 Luglio 2024, più di sette cittadini dell’UE su dieci ritengono che l’Unione svolga un ruolo importante nel contribuire a preservare lo Stato di diritto nel loro paese. Quasi nove cittadini dell’UE su dieci considerano importante che tutti gli Stati membri rispettino i valori fondamentali dell’Unione, opinione che rimane stabile dal 2019. In molti paesi è inoltre aumentata in misura significativa l’impressione di essere informati sui valori fondamentali dell’UE: complessivamente il 51% dei cittadini dell’UE sente di essere ben informato sui valori fondamentali dell’Unione e sullo Stato di diritto, rispetto al 43% del 2019.

La relazione del 2024 comprende, come ogni anno, una comunicazione che esamina la situazione generale dell’UE e 27 capitoli dedicati ai singoli paesi, nei quali sono analizzati gli sviluppi significativi registrati in ciascuno Stato membro. La relazione riporta inoltre la valutazione delle raccomandazioni dell’anno scorso, sulla cui base formula nuovamente raccomandazioni specifiche dirette a tutti gli Stati membri.

La relazione si articola in quattro temi: sistemi giudiziari nazionali, quadri anticorruzione, libertà e pluralismo dei media e altre questioni istituzionali relative al bilanciamento dei poteri.

2. Principali constatazioni e raccomandazioni

2.1.Riforme della giustizia

Le riforme nel settore della giustizia sono rimaste ai primi posti nel programma politico dell’ultimo anno: molti Stati membri hanno dato seguito alle raccomandazioni del 2023 e hanno attuato le riforme concordate nel contesto del dispositivo per la ripresa e la resilienza. Vari Stati membri hanno avviato, o proseguito, importanti riforme per rafforzare l’indipendenza della magistratura. Hanno preso iniziative legislative volte ad accrescere l’indipendenza e l’efficacia dei consigli di giustizia, a migliorare le procedure di nomina dei giudici, compresi quelli dei supremi organi giurisdizionali, o a rendere più autonome le procure. D’altra parte persistono alcuni problemi sistemici relativi all’indipendenza della magistratura e si osservano specifici casi di peggioramento. Gli Stati membri hanno inoltre adottato misure destinate a migliorare l’efficienza e la qualità della giustizia e ad agevolare l’accesso alla giustizia. Tuttavia, in diversi Stati membri destano preoccupazione le remunerazioni dei giudici e dei pubblici ministeri, che rendono difficile assumere personale giudiziario qualificato.

Di conseguenza, la relazione di quest’anno raccomanda agli Stati membri di affrontare questioni quali la necessità di garanzie nelle procedure di nomina dei giudici, sia presso organi giurisdizionali di grado inferiore che in posizioni di alto livello, l’autonomia della procura o la necessità di fornire risorse adeguate alla magistratura, compresi gli stipendi.

Nei paesi dell’allargamento sono state intraprese importanti riforme, anche a livello costituzionale, per rafforzare l’indipendenza della magistratura e la qualità dei sistemi giudiziari. Occorre tuttavia fare di più, soprattutto nei settori connessi al funzionamento degli organi di autogoverno della magistratura e per quanto riguarda la nomina dei giudici.

2.2. Quadri anticorruzione

Secondo i risultati delle indagini Speciale Eurobarometro e Flash Eurobarometro del 2024 sull’atteggiamento dei cittadini e delle imprese nei confronti della corruzione nell’UE, la corruzione rimane fonte di grave preoccupazione sia per gli uni che per le altre.

I risultati dell’indagine Speciale Eurobarometro mostrano che gli europei continuano a essere preoccupati circa le iniziative anticorruzione dei governi nazionali: il 65% dei cittadini ritiene che i casi di corruzione ad alto livello non siano perseguiti in misura sufficiente e soltanto il 30% considera efficace l’azione del governo contro la corruzione. Analogamente, il 51% delle imprese basate nell’UE ritiene che le persone e le imprese coinvolte in pratiche di corruzione siano scoperte dalle autorità o ad esse segnalate. Di queste imprese, circa tre quarti ritengono che i collegamenti troppo stretti tra imprese e politica conducano alla corruzione (79%) e che i favoritismi e la corruzione compromettano la concorrenza tra imprese (74%). Nell’intera UE, in media il 68% dei cittadini e il 64% delle imprese basate nell’Unione ritiene che la corruzione sia diffusa nei rispettivi Stati membri.

Rispetto allo scorso anno gli Stati membri hanno migliorato il panorama istituzionale per combattere meglio la corruzione, investendo fra l’altro maggiori risorse nelle capacità dei servizi di contrasto, delle procure e della magistratura. Occorre però intervenire di più per rafforzare i quadri di prevenzione, come quelli che disciplinano le attività di lobbying e il conflitto di interessi e le norme sulle dichiarazioni patrimoniali, e per garantire indagini e azioni penali efficaci nei casi di corruzione. Tale necessità è rispecchiata dalle raccomandazioni di quest’anno.

Nei paesi dell’allargamento sono state rafforzate le disposizioni giuridiche e istituzionali, anche se devono essere potenziate ulteriormente le indagini e l’azione penale nei confronti dei casi di corruzione.

2.3. Libertà e pluralismo dei media

Dopo l’ultima relazione sullo Stato di diritto, vari Stati membri hanno adottato misure concrete per migliorare la sicurezza e l’ambiente di lavoro dei giornalisti, anche sulla base di iniziative della Commissione quali il regolamento europeo sulla libertà dei media, già in vigore e applicabile da agosto 2025, la direttiva e la raccomandazione “anti-SLAPP e la raccomandazione sulla sicurezza dei giornalisti.

Inoltre sono state ampliate ed estese le funzioni e le competenze di varie autorità nazionali di regolamentazione dei media, anche a seguito dell’entrata in vigore del regolamento UE sui servizi digitali, e all’istituzione o all’ampliamento dei registri dei titolari effettivi online.

In diversi Stati membri rimangono però preoccupazioni per quanto riguarda l’indipendenza della governance o la stabilità finanziaria delle emittenti del servizio pubblico, la trasparenza della proprietà dei media, il diritto di accesso ai documenti pubblici e la distribuzione equa e trasparente della pubblicità statale. La Commissione ha formulato una volta di più numerose raccomandazioni su tutti questi argomenti, compresa la sicurezza dei giornalisti.

Nei paesi dell’allargamento emergono preoccupazioni riguardanti soprattutto la trasparenza della proprietà dei media, l’indipendenza delle autorità di regolamentazione o dei media del servizio pubblico e la sicurezza dei giornalisti, anche se alcuni di essi hanno introdotto riforme per affrontare alcuni di questi problemi.

2.4. Bilanciamento dei poteri a livello istituzionale

Gli Stati membri hanno continuato a migliorare la qualità dei loro processi legislativi e a coinvolgere in essi i portatori di interessi, secondo una tendenza già rilevata nelle precedenti relazioni sullo Stato di diritto. Alcuni Stati membri hanno potenziato lo statuto e le risorse delle istituzioni nazionali per i diritti umani, dei difensori civici e di altre autorità indipendenti. In molti Stati membri sono inoltre proseguite le iniziative volte a rafforzare il quadro per la società civile e il finanziamento della stessa.

Rimangono tuttavia problemi in diversi Stati membri, quali l’uso eccessivo di procedure accelerate o la qualità generale del processo legislativo, come pure la consultazione dei portatori di interessi. La società civile e i difensori dei diritti umani devono far fronte a sfide crescenti, restrizioni giuridiche e attacchi, comprese limitazioni sistematiche del loro margine operativo in alcuni Stati membri. Si tratta di una tendenza preoccupante, già rilevata nella precedente relazione.

Per affrontare i problemi constatati, la Commissione ha formulato raccomandazioni sul funzionamento del processo legislativo, sull’istituzione e il funzionamento di autorità indipendenti e su un ambiente favorevole per la società civile.

Nei paesi dell’allargamento sussistono preoccupazioni circa l’applicazione sistematica delle raccomandazioni dei difensori civici e di altri organi indipendenti. Si notano inoltre problemi relativi alla qualità del processo legislativo e alla consultazione dei portatori di interessi.

3. Prossime tappe

La Commissione invita ora il Parlamento europeo e il Consiglio a proseguire i dibattiti generali e specifici per paese sulla base della relazione, anche basandosi sulle raccomandazioni per studiare il modo di conseguire progressi concreti. Invita inoltre i parlamenti nazionali, la società civile e altri portatori di interessi e attori fondamentali a proseguire il dialogo sullo Stato di diritto a livello nazionale, nonché a livello europeo, con una maggiore partecipazione dei cittadini. La Commissione invita infine gli Stati membri a tener conto efficacemente delle opportunità e delle sfide indicate nella relazione ed è pronta ad assisterli nel loro impegno per continuare ad attuare le raccomandazioni.

Come annunciato dalla Presidente von der Leyen negli orientamenti politici 2024–2029, la Commissione continuerà a migliorare le attività di controllo e comunicazione e a rafforzare il sistema di bilanciamento dei poteri, in particolare monitorando l’attuazione delle raccomandazioni. Affinché la relazione analizzi tutti i problemi in tutta Europa, ad essa sarà aggiunta una dimensione relativa al mercato unico, per affrontare le questioni relative allo Stato di diritto che interessano le imprese, in particolare le piccole e medie imprese, operanti a livello transfrontaliero.

Per i paesi dell’allargamento, la Commissione continuerà a seguire i problemi individuati, anche nelle prossime relazioni annuali sull’allargamento. La relazione sullo Stato di diritto sarà estesa ad altri paesi dell’allargamento, quando saranno pronti.

4.Contesto

Lo Stato di diritto è cruciale per ogni cittadino e impresa nell’UE, in quanto condizione preliminare per il rispetto di altri valori. Garantisce che i diritti fondamentali siano tutelati in linea con un insieme di valori democratici essenziali, assicura l’applicazione del diritto dell’UE e sostiene un contesto imprenditoriale favorevole agli investimenti. È parte integrante dell’identità stessa dell’Unione europea.

La relazione annuale sullo Stato di diritto è il risultato di un intenso dialogo con le autorità nazionali e i portatori di interessi ed esamina tutti gli Stati membri e quattro paesi dell’allargamento sulla base della stessa metodologia obiettiva e trasparente, passando al vaglio le medesime questioni in ogni paese. La valutazione qualitativa effettuata dalla Commissione si concentra sugli sviluppi significativi intervenuti a partire dall’adozione della quarta relazione annuale sullo Stato di diritto, nel luglio 2023, in maniera proporzionata agli sviluppi.

La relazione costituisce il fulcro del ciclo annuale sullo Stato di diritto. Si tratta di un ciclo annuale preventivo, che serve a promuovere lo Stato di diritto e ad evitare l’emergere o l’aggravarsi dei problemi. È distinto dagli altri strumenti dell’UE in materia di Stato di diritto e non sostituisce, bensì integra i meccanismi basati sul trattato che consentono all’UE di reagire a problemi più gravi in materia di Stato di diritto negli Stati membri. Tali strumenti comprendono le procedure di infrazione e la procedura per proteggere i valori fondanti dell’Unione ai sensi dell’articolo 7 del trattato sull’Unione europea.

La quinta edizione della relazione, secondo una prassi introdotta nel 2022, formula raccomandazioni specifiche per tutti gli Stati membri. L’analisi contiene inoltre una valutazione qualitativa dei progressi compiuti dagli Stati membri nell’attuazione delle raccomandazioni del 2023, tenendo conto del contesto generale a livello nazionale. In funzione dei progressi compiuti riguardo alle varie sottoparti di ciascuna raccomandazione, la Commissione ha concluso ciascuna valutazione utilizzando le seguenti categorie per giudicare gli sviluppi: nessun progresso, alcuni progressi, progressi significativi e piena attuazione.

Le raccomandazioni di quest’anno sono state elaborate sulla base delle valutazioni contenute nei capitoli sui singoli paesi e del dialogo con gli Stati membri e rispettano appieno il principio della parità di trattamento. Nel formularle la Commissione ha prestato particolare attenzione a che rimanessero mirate e ancorate alle norme europee, sempre tenendo conto degli assetti giuridici nazionali. Ha inoltre assicurato la coerenza e le sinergie con altri processi, quali il semestre europeo, il meccanismo di condizionalità di bilancio e il dispositivo per la ripresa e la resilienza. Le future edizioni della relazione sullo Stato di diritto continueranno a esaminare il seguito dato alle raccomandazioni di quest’anno. Le raccomandazioni dovrebbero essere lette insieme alle valutazioni contenute nei capitoli sui singoli paesi, che approfondiscono problematiche specifiche e sono intese a guidare gli Stati membri nell’adozione di misure al riguardo.

Dal 2020 diverse nuove iniziative dell’UE hanno innalzato le norme comuni in settori direttamente pertinenti allo Stato di diritto, basandosi sui risultati del monitoraggio svolto nel contesto della relazione. Tra queste figurano il regolamento europeo sulla libertà dei media e il pacchetto anticorruzione, che comprende proposte di nuovi atti legislativi volti a combattere la corruzione nell’UE e a rafforzare il regime sanzionatorio contro la corruzione nella dimensione esterna dell’UE.

L’inclusione di alcuni paesi dell’allargamento, accanto agli Stati membri, nella relazione sullo Stato di diritto del 2024 – annunciata nel discorso sullo stato dell’Unione del 2023 – sosterrà le loro iniziative di riforma affinché questi paesi conseguano progressi irreversibili in materia di democrazia e Stato di diritto in vista dell’adesione, e mantengano livelli elevati in questo settore dopo l’adesione. Albania, Montenegro, Macedonia del Nord e Serbia partecipano ormai all’esercizio dello Stato di diritto, che riflette i progressi compiuti nei rispettivi processi di adesione, concentrandosi sullo Stato di diritto. Questo approccio sarà esteso in futuro ad altri paesi dell’allargamento, in funzione dei loro progressi.