Celebrazioni a Ventotene per gli ottanta anni del "Manifesto di Ventotene".

Quest’anno ricorre l’ottantesimo anniversario del Manifesto di Ventotene.

Nel 1941 Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi con Eugenio Colorni seppero immaginare una via di uscita dalla Seconda guerra mondiale quando il nostro continente era sotto i bombardamenti. Per rendere le nuove generazioni consapevoli e partecipi della visione degli Stati Uniti d’Europa, è necessario tenere viva e mantenere attuale la narrazione sulla nascita dell’Europa, volgendo lo sguardo al Manifesto di Ventotene, redatto con l’intento di contrastare i nazionalismi e le guerre e di creare un’Europa federale libera e unita. Conoscere e comprendere il Manifesto di Ventotene significa riscoprire le origini della nostra storia, per tracciare con chiarezza la via del futuro, grazie ad una testimonianza fondamentale del nostro passato. 

La libreria editrice Ultima Spiaggia, per celebrare questo importante anniversario e contribuire alla diffusione della memoria dei padri fondatori e delle madri fondatrici, pubblica, nella collana Granelli di sabbia, il Manifesto di Ventotene “Per un’Europa libera e unita” in una tripla edizione bilingue: italiano e inglese, presentazione di Josep Borrell – seconda edizione; italiano e francese, presentazione di Enrico Letta – prima edizione; italiano e arabo, presentazione di Emma Bonino – prima edizione; e, in aggiunta, il dizionario illustrato per ragazzi “L’ABC dell’Europa di Ventotene”.

I volumi verranno presentati giovedì 2 settembre alle ore 22 a Ventotene (piazza Castello) nell’ambito del Seminario Nazionale e Internazionale di Ventotene 2021, che sarà aperto il 29 agosto alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Alla presentazione dei tre volumi intervengono Gerardo Santomauro, Sindaco di Ventotene, Silvia Costa, Commissario straordinario del governo per il recupero e la valorizzazione dell’ex Carcere borbonico dell’isola di S. Stefano-Ventotene, Fabio Masi, editore Ultima Spiaggia, Giulia Del Vecchio, illustratrice, Lucio Levi, autore saggio introduttivo edizione inglese e francese, Nicola Vallinoto, curatore edizioni inglese e francese. 

“A ottant’anni dalla redazione della prima versione del Manifesto per un’Europa libera e unita (1941), la sua rilettura continua a sorprendere per l’attualità dell’analisi e per la chiaroveggenza delle proposte programmatiche – scrive Josep Borrell Fontelles -. È sorprendente come questo testo, scritto al culmine dell’espansione nazista nel continente da Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, insieme alla prefazione di Eugenio Colorni (1944), e diffuso clandestinamente nell’Europa occupata, costituisca ancora oggi, 80 anni dopo, una roadmad per la costruzione europea”.

“Il Manifesto per un’Europa libera e unita o Manifesto di Ventotene compie 80 anni . sottolinea Enrico Letta – eppure alcune delle sue più importanti affermazioni non sono mai state così attuali come adesso. Ciò testimonia della lungimiranza dei suoi autori, così come della rilevanza di un testo che è diventato un classico del pensiero politico e un pezzo della storia europea”.

“Perché un arabo dovrebbe essere interessato a quello che proposero sull’Europa tre signori confinati su una minuscola isola ottant’anni fa? La risposta a questa ipotetica ma non improbabile domanda ha bisogno di un chiarimento o, se si preferisce, di una premessa – afferma Emma Bonino -. Il Manifesto, un testo che, periodicamente, andrebbe riletto e ristudiato, è, a ben vedere, un testo non europeista, ma federalista. Cioè si basa su un concetto cardine: il federalismo è l’arma più efficiente per abbattere i nazionalismi e favorire uno sviluppo basato sulla pacifica convivenza dei popoli”.

La pandemia che ha colpito il mondo intero con oltre tre milioni di vittime dall’inizio del 2020 ci ha fatto tornare indietro al tempo della guerra anche se non ci sono le bombe ed il nemico è invisibile. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha affermato che per superare la pandemia – oggi – dobbiamo trovare lo stesso coraggio che ebbero – allora – gli autori del Manifesto di Ventotene. Ecco le sue parole pronunciate il 16 aprile 2020 in un discorso rivolto al Parlamento europeo per promuovere un’azione coordinata a livello europeo per combattere il coronavirus: “Sono convinta che l’Europa possa modellare questo nuovo mondo se lavora insieme e riscopre il suo spirito pionieristico. Per questo motivo cito una frase del Manifesto di Ventotene scritta da due dei più grandi visionari italiani ed europei. Ernesto Rossi e Altiero Spinelli, uno dei nostri padri fondatori, scrivono dalla loro prigione su un’isola remota al culmine della guerra, quando ogni speranza di un’Europa unita sembrava persa. Ci hanno dato queste parole di fiducia: ‘È arrivato il momento in cui dobbiamo sapere come scartare i vecchi fardelli, come essere pronti per il nuovo mondo che sta arrivando, che sarà così diverso da quello che abbiamo immaginato’”.

Anche il neo Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, appena eletto, intervenendo in aula a Strasburgo il 3 luglio 2019, ha ricordato il legame ideale che collega l’Europa all’isola pontina:”Dobbiamo recuperare lo spirito di Ventotene e lo slancio pionieristico dei Padri Fondatori, che seppero mettere da parte le ostilità della guerra, porre fine ai guasti del nazionalismo dandoci un progetto capace di coniugare pace, democrazia, diritti, sviluppo e uguaglianza”.

Il filosofo Étienne Balibar ci ricorda giustamente che per rifondare in modo radicale l’Europa occorre un’azione collettiva. “Per farlo più che di un Jean Monnet, di un Charles de Gaulle o di un Willy Brandt, abbiamo bisogno di un Altiero Spinelli o di una Ursula Hirschmann, moltiplicati per dieci o per cento, capaci di redigere un nuovo Manifesto di Ventotene” per affrontare il mondo del XXI Secolo. 

“Parlare di un’Europa libera e unita, oggi, è inutile se non si allarga lo sguardo al mondo intero – commenta Nicola Vallinoto, curatore della collana Granelli di sabbia -. Il pianeta è, infatti, attraversato da crisi multiple ed interdipendenti che affliggono gli oltre sette miliardi di persone che lo abitano: diseguaglianze crescenti, guerre, pandemie, cambiamenti climatici e migrazioni. Per affrontarle adeguatamente bisogna abbandonare lo sguardo nazionale e adottare lo sguardo cosmopolita, come quello di un’astronauta in orbita sulla Terra, che ci mostra come il mondo non abbia confini né barriere se non quelle artificiali prodotte dall’uomo”.