In Italia si è formato un nuovo governo.
Franco Patrignani. 18 Febbraio 2021In Italia si è formato un nuovo governo.
di Franco Patrignani
1.In Italia si è formato un nuovo governo.
I miei amici brasiliani, anche quelli più abituati alle stranezze italiane, mi hanno chiesto che cosa stia succedendo.
Di seguito proverò a fornire qualche elemento per capire come funzionano le cose politico-istituzionali nel “Belpaese”.
La prima cosa da chiarire è che in Italia abbiamo un sistema parlamentare; questo significa che il governo, ogni governo che si forma, deve avere la maggioranza assoluta in Parlamento (in ciascuno dei due rami del Parlamento).
Dopo le elezioni, che in Italia è si tengono ogni cinque anni, il Presidente della Repubblica (eletto dai due rami del Parlamento eccezionalmente riuniti in sessione comune), convoca i rappresentanti delle forze politiche (generalmente i Segretari dei Partiti) per ascoltare le loro indicazioni e capire quale coalizione (di partiti) potrà ottenere la maggioranza in Parlamento.
Fatto questo primo giro di consultazioni, il Presidente della Repubblica da l’incarico di formare il governo ad una personalità di spicco (che potrà essere un parlamentare o anche un non parlamentare). L’incaricato incontra i Partiti e, se trova il consenso sufficiente per sostenerlo, torna dal Presidente della Repubblica per sciogliere la riserva. Ovvero lo informa del risultato e della maggioranza che è riuscito a costituire intorno al suo nome e al suo programma. In seguito viene formulata la lista con i nomi dei ministri che assumeranno i diversi dicasteri. Il Presidente della Repubblica con Decreto nomina ciascun Ministro e il governo è costituito. Nel giro di poche ore, il Presidente del Consiglio dei Ministri (chiamato anche Primo Ministro, o Capo del Governo) si presenta ai due diversi rami del parlamento per ottenere la fiducia. Su un programma, ovviamente.
Questo è il percorso istituzionale previsto dalla Costituzione (del 1948). Aggiungo un particolare importante: il presidente del Consiglio, non può dimettere nessun ministro (erano stati nominati per D.P.R. – Decreto del presidente della Repubblica – ricordate?). Eventualmente un ministro può rinunciare e allora verrà sostituito, ma una decisione di questo tipo, generalmente, viene assunta dalla Segreteria del Partito al quale il ministro appartiene.
2.Bene, se questo è l’ambito istituzionale, vediamo che cosa è successo in questi giorni in Italia.
Le ultime elezioni politiche (come vengono chiamate per distinguerle dalle Amministrative (Comunali e Provinciali e dalle Regionali) si sono tenute il 4 marzo 2018. Il risultato ha subito rivelato una grande instabilità politica, perché risultava difficile formare una maggioranza che avesse un minimo di omogeneità. Infatti il Governo Draghi, è il terzo governo che si costituisce in meno di tre anni.
L’ultimo tentativo, realizzato dallo stesso Presidente in carica fino ad oggi, l’Avvocato e Professore Giuseppe Conte, non è andato a buon fine. Conte, dopo aver governato con due maggioranze differenti, la prima di centro-destra e la seconda di centro-sinistra, questa volta non è riuscito a raccogliere i consensi sufficienti. Il suo ultimo tentativo, ha raggiunto, in Senato una maggioranza relativa ma non la necessaria per continuare a governare e quindi Conte ha deciso di rimettere il mandato.
A questo punto, Sergio Mattarella, il Presidente della Repubblica, aveva due scelte: sciogliere le camere e convocare nuove elezioni politiche, oppure incaricare una personalità di prestigio che, per le sue capacità, avrebbe potuto raccogliere il consenso delle Forze Politiche e, quindi, la maggioranza in Parlamento.
Mattarella ha optato per questa seconda scelta e ha chiamato Mario Draghi.
3.Chi è Mario Draghi?
Mario Draghi è un economista, colto, ben impostato, formato a scuole economiche rigorose e progressiste. Ha cinque lauree.
La scuola economica a cui ha aderito in gioventù è quella di Federico Caffè, economista italiano di sinistra che non disdegnava nulla delle teorie classiche, della teoria marxista e di Keynes.
Una scuola keynesiana-progressista, si potrebbe dire, con al centro dell’attenzione lo sviluppo economico e la difesa del lavoro.
Draghi ha frequentato anche l’ambiente accademico USA, animato da Franco Modigliani, altro economista eterodosso (Premio Nobel 1985 per l’Economia).
Nel corso della sua carriera pubblica è stato direttore esecutivo del Banco Mondiale e direttore generale del Ministero del Tesoro, dove ha operato come illuminato riformatore. È stato Governatore della Banca d’Italia (la massima Carica del “Banco Central” italiano) e poi dal 2011 al 2019, ha assunto il ruolo di Presidente della BCE (la massima carica del Banco Central Europeo).
Ricoprendo questi ruoli si è distinto per le sue capacità di usare la finanza per tenere sotto controllo l’economia e prevenire le speculazioni internazionali.
In sintesi il Professor Draghi (o Super Mario, come lo chiamano in Europa) ha una conoscenza profonda dei meccanismi speculativi, ma li combatte.
È parere comune che con le sue decisioni, anche coraggiose, che spesso non piacevano ai capitalisti tedeschi (i padroni dell’Europa) ha salvato l’Euro e l’Unione Europea.
Quindi la sua traiettoria è di tutto rispetto.
Ora, a 73 anni, si trova a dover combattere una battaglia molto difficile.
A partire dal fatto che un “tecnico” come Primo Ministro è, può essere considerato, uno schiaffo alle forze politiche, a quei partiti che si erano dimostrati incapaci di trovare le sintesi possibili per affrontare una fase politica delicata e importantissima.
4.L’Italia è uno dei Paesi europei più colpiti dalla pandemia e ora, dall’Europa, stanno arrivando 209 miliardi di Euro per risanare l’economia e reimpostare un nuovo sviluppo economico.
Quindi Draghi potrebbe essere effettivamente l’uomo giusto al momento giusto, il suo primo compito era quello di agglutinare una maggioranza in parlamento e ci è riuscito.
È chiaro che il sostanziale unanimismo che si è creato intorno al suo nome, può essere spiegato anche dal fatto che nessuna Forza Politica vuol rimanere fuori dalla gestione di questa fase e delle sue oggettive potenzialità e il nome di Draghi è anche una forte garanzia per la liberazione e l’utilizzo “efficace” dei fondi europei.
Infine c’è un altro elemento: il mandato del Presidente Mattarella scade tra un anno. Ci sono già diversi osservatori che attribuiscono alla sfida assunta da Draghi un doppio significato: se riuscirà ad essere un buon Presidente del Consiglio, avrà poi la strada spianata per il Colle (come si dice in Italia che è come dire qui Palácio da Alvorada)
A mio giudizio non è da escludere neppure questo, anche se c’è ancora molta acqua da scorrere sotto i ponti.
Intanto, per oggi, possiamo valutare la composizione del Governo: dei ventitré ministri nominati ce ne sono quindici che sono “politici” e otto che sono “tecnici”.
Anche se questi ultimi, sono stati nominati nei ministeri chiave, sembra che Draghi abbia scelto di non andare in rotta di collisione con la “politica”. Del resto non poteva essere diversamente: è in Parlamento che il Super Mario dovrà raggiungere la maggioranza. E la raggiungerà
Buon Lavoro, Presidente Draghi!
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