Aumento del Programma di acquisto per l’emergenza Covid

6 Giugno 2020

4 GIUGNO 2020: LA BCE AUMENTA IL PROGRAMMA DI ACQUISTO DI TITOLI DI STATO[1].

 

La BCE ha deciso di aumentare il suo Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (Pandemic Emergency Purchase Programme: PEPP) portandolo a 1,35 trilioni di euro (e pertanto aggiungendo 600 miliardi di euro ai 750 miliardi già deliberati) e prolungando il programma almeno fino al giugno 2021. Inoltre, i proventi del PEPP verranno reinvestiti fino alla fine del 2022, escludendo in altre parole qualsiasi riduzione degli acquisti di beni prima del 2023, dato che ha senso ridurre prima il PEPP, seguìto da altri programmi di acquisto del settore pubblico e privato. Ciò è importante perché dovrebbe permettere alla BCE di deviare maggiormente, e più a lungo, dalle sue chiavi di capitale[2](capital key).

La prima ripartizione degli acquisti PEPP della BCE nel periodo marzo-maggio 2020 non ha rivelato grandi sorprese. L’Italia è stata la principale beneficiaria di questi scostamenti dalle chiavi di capitale della BCE, insieme ad altri Paesi, salvo la Francia, sostanzialmente in linea. Non è ancora possibile arrivare a conclusioni, in soli due mesi di dati. Questo vale sia per il PEPP, che è ancora agli inizi, che per il PSPP[3], dove gli scostamenti dalle capital key di maggio si sono invertiti rispetto agli ultimi due mesi. Ciò è dovuto in gran parte ai rimborsi e ai reinvestimenti, che avranno un ruolo importante in futuro, dato che miliardi di attività vengono continuamente rimossi per un certo periodo di tempo. Si aggiunga che l’inflazione è prevista solo all’1,3% entro la fine del 2022; questo spiega perché tutti i programmi di acquisto di beni e i reinvestimenti siano programmati per durare così a lungo.

La BCE dimostra ancora una volta di non starsene con le mani in mano durante la crisi, e lo fa superando le aspettative dei mercati finanziari, decidendo, come detto, di incrementare con altri 600 miliardi di Euro il PEPP, e di estenderlo almeno fino al giugno 2021, in considerazione della revisione al ribasso dell’inflazione e del collasso economico che interessa la zona euro.

La Presidente della BCE, Christine Lagarde, ha affermato che la Banca centrale europea è “pienamente impegnata” a “fare tutto il necessario nei limiti del  suo mandato” per uscire dalla recessione. La zona euro attraversa il peggior trimestre di qualsiasi serie storica, dalla nascita del progetto europeo di moneta unica. Tra aprile e giugno, l’economia dei paesi della zona euro è precipitata del 13%. Al momento sembrerebbe che il peggio sia passato; almeno per ora, perché nessuno sa con esattezza se e quando ci sarà un secondo focolaio, e di quali dimensioni, e se il vaccino arriverà entro tempi ragionevoli.

Nel peggiore dei casi, l’economia potrebbe scendere del 12,6%.

In attesa di un grande piano di risanamento dell’Unione, i Paesi membri continuano a indebitarsi per  fronteggiare i costi della crisi sanitaria, per sostenere le indennità di disoccupazione e gli aiuti alle imprese. La Commissione prevede, al momento, che il debito, nella zona euro, passerà dall’86% in rapporto al Pil del 2019, al 102,6% alla fine del 2020. È la prima volta che il rapporto debito/Pil sfonda quota 100% nell’area della moneta unica. Tornerà a scendere nel 2021, se tutto va bene, per fermarsi al 98,8%.

FOCUS. Cos’è il PEPP ? Lo scorso mese di marzo[4] il Consiglio direttivo della BCE ha deciso di avviare un nuovo programma di acquisto di attività temporanee di titoli del settore pubblico e privato per contrastare i gravi rischi per il “meccanismo di trasmissione della politica monetaria”[5] e le prospettive per l’area dell’euro rappresentate dall’epidemia e dalla crescente diffusione del COVID-19. Il “Programma di acquisto di emergenza pandemica” (PEPP nell’acronimo inglese) ha una dotazione complessiva inziale di 750 miliardi di euro. Gli acquisti sono condotti fino alla fine del 2020 e includono tutte le categorie di attività ammissibili nell’ambito del “programma di acquisto di attività” (PAA, o APP) esistente. Per gli acquisti di titoli del settore pubblico, l’allocazione di riferimento tra le giurisdizioni continua ad essere la chiave di capitale delle banche centrali nazionali. Allo stesso tempo, gli acquisti nell’ambito del PEPP vengono condotti in modo flessibile. Ciò consente fluttuazioni nella distribuzione dei flussi di acquisto nel tempo, tra le classi di attività e tra le giurisdizioni. Una deroga ai requisiti di ammissibilità per i titoli emessi dal governo greco viene concessa per gli acquisti nell’ambito del PEPP.

Il Consiglio direttivo interromperà gli acquisti netti di attivi nell’ambito del PEPP allorché si riterrà terminata la fase di crisi del Covid-19, ma in ogni caso non prima della fine del 2020. Il Consiglio ha altresì deciso di ampliare la gamma di attività idonee nell’ambito del “programma di acquisto del settore aziendale” (CSPP) a carte commerciali non finanziarie, rendendo tutti gli articoli commerciali di qualità creditizia sufficiente idonei all’acquisto nell’ambito del CSPP.

Per facilitare gli standard delle garanzie regolando i principali parametri di rischio del quadro delle garanzie, il Consiglio direttivo della BCE ha inoltre deciso di ampliare il campo di applicazione dei crediti aggiuntivi (ACC) per includere i reclami relativi al finanziamento del settore aziendale; ciò al fine di garantire che le controparti possano continuare a sfruttare appieno le operazioni di rifinanziamento dell’Eurosistema.

Il Consiglio direttivo della BCE, conferma l’impegno di esercitare il suo ruolo nel sostegno dei cittadini della zona euro in questo periodo di emergenza. A tal fine, la BCE garantirà che tutti i settori dell’economia possano beneficiare di condizioni di finanziamento di sostegno che consentano loro di assorbire questo shock. Questo vale anche per famiglie, aziende, banche e governi.

Il Consiglio direttivo dichiara di farà “tutto il necessario” nell’ambito del suo mandato e di essere pronto ad aumentare le dimensioni dei suoi programmi di acquisto di attivi e ad adeguarne la composizione, per quanto necessario e per tutto il tempo necessario, esplorando tutte le opzioni e tutte le contingenze per sostenere l’economia attraverso questo shock. Nella parte in cui alcuni limiti autoimposti potrebbero ostacolare le azioni che la BCE è tenuta ad adottare per adempiere al proprio mandato, il Consiglio direttivo valuterà di rivederli nella misura necessaria a rendere la sua azione proporzionata ai rischi in corso. La BCE non tollererà alcun rischio per la regolare trasmissione della sua politica monetaria in tutte le giurisdizioni dell’area dell’euro.

Durante la fase di “letargo economico” sono stati utilizzati 234.665 milioni, quasi il 31% del totale del PEPP: la rapidità con la quale si è attinto al Programma ha fatto temere ai mercati che il programma non potesse durare oltre l’autunno, anche se la BCE aveva già comunicato che sarebbe stato necessario estendere il programma, se necessario.

Lo scorso 4 giugno la BCE ha mantenuto la promessa e tacitato i più dubbiosi, andando ben oltre quanto gli analisti si aspettavano, e dotando, come detto, il PEPP di altri 600 milioni di euro. Il Programma ammonta ora a 1,35 trilioni di euro, disponibili “almeno” fino al mese di  giugno del 2021 o, in ogni caso, fino a quando il Consiglio direttivo della BCE non riterrà terminata la crisi pandemica. Successivamente, e almeno fino alla fine del 2022, le scadenze del debito continueranno a essere reinvestite.

La Presidente della BCE ha giustificato le misure adottate con la necessità di “sostenere l’economia durante la ripresa graduale” e di proteggere “la stabilità dei prezzi a medio e lungo termine” quando la zona euro si trova sull’orlo della deflazione. Di fronte a un crollo dell’8,7% del PIL nel 2020, che richiederà almeno due anni per tornare a crescere, e un’inflazione che alla fine del 2020 sarà dello 0,3%, la BCE si impegna in un’altra azione espansiva per nuovamente sostenere l’economia europea. Oltre ad aumentare la dotazione del PEPP, la BCE ha deciso di proseguire il citato PAA (Programma ampliato di acquisto di attività), di 120 miliardi di euro e mantenere inalterati  i tassi di interesse.

Lungi dall’essere intimidita dall’assurda sentenza della Corte costituzionale federale tedesca del 6 maggio 2020[6], concernente la legittimità del cit. Programma di acquisti di titoli di debito pubblico (PSPP) da parte della BCE, la Presidente Lagarde ha affermato in più occasioni che la BCE ha pienamente rispettato i principi e criteri di “proporzionalità”, ‘”efficienza”, “efficacia” e “rapporto costi-benefici” delle misure adottate dal Consiglio direttivo della BCE. Il 4 giugno scorso la BCE ha di fatto “rinviato la palla” al governo e al parlamento tedeschi, sperando che essi risolvano la questione nel rispetto della indipendenza della BCE, della supremazia del diritto dell’UE e della giurisprudenza della Corte di giustizia dell’UE.

Gli analisti ritengono che aumentando la dotazione (la “potenza di fuoco”) del PEPP e lasciando intatti i tassi di interesse e altri programmi, la BCE scommette su un programma che si distingue per “flessibilità”, in quanto “temporaneo” e “orientato agli obiettivi”, al fine di meglio rispondere alla pandemia in termini di tempo, segmenti di mercato e giurisdizione.

 

[1] A cura della redazione del giornale telematico (ovvero on line) “luci sul lavoro” (www.reteavvocatilavoro.it).

[2] CHIAVE CAPITALE: “Quota percentuale del capitale della BCE sottoscritta da ciascuna banca centrale nazionale (BCN) appartenente al SEBCSistema europeo delle banche centrali. L’art. 29 dello Statuto del SEBC e della BCE prevede che tale quota sottoscritta da ciascuna BCN sia determinata in base al peso percentuale dello Stato membro di appartenenza rispetto alla popolazione totale e al prodotto interno lordo della UE; questi dati, che contribuiscono in pari misura alla ponderazione, sono comunicati alla BCE dalla Commissione europea. I coefficienti di ponderazione sono adeguati con cadenza quinquennale e ogni volta che un nuovo Stato membro entra a far parte della UE. La chiave capitale, calcolata con riferimento alle sole BCN dell’Eurosistema, è utilizzata nei rapporti finanziari tra le stesse, come, ad esempio, nel caso della redistribuzione del Reddito monetario”. Fonte: Banca d’Italia.

[3] Con l’acronimo PSPP (Public sector purchase programme) s’ intende il piano di acquisti di titoli pubblici avviato dalla BCE dal mese di marzo del 2015, e poi prorogato. È una misura di politica monetaria non convenzionale, più nota con il termine Quantitative easing (Qe), attraverso la quale la BCE  immette liquidità sul mercato nel tentativo di scongiurare il rischio deflazione e rilanciare la crescita.

[4] DECISIONE (UE) 2020/440 DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA, del 24 marzo 2020 su un programma temporaneo di acquisto per l’emergenza pandemica (BCE/2020/17). Considerando n. 3: “ Considerate le eccezionali circostanze economiche e finanziarie correlate alla diffusione della malattia causata dal Coronavirus (COVID-19), in data 18 marzo 2020, il Consiglio direttivo ha deciso di lanciare un nuovo programma temporaneo di acquisto per l’emergenza pandemica (Pandemic Emergency Purchase Programme) (di seguito il PEPP) che include tutte le categorie di attività idonee ai fini del PAA [programma ampliato di acquisto di attività]. Gli acquisti nell’ambito del PEPP saranno distinti dagli acquisti effettuati nell’ambito del PAA e si aggiungono a questi ultimi, con una dotazione complessiva supplementare di 750 miliardi di euro fino alla fine del 2020. Il PEPP è istituito per rispondere a una crisi economica specifica, straordinaria e acuta che potrebbe compromettere l’obiettivo della stabilità dei prezzi e il corretto funzionamento del meccanismo di trasmissione della politica monetaria. A causa di tali circostanze eccezionali, in rapida evoluzione e caratterizzate da incertezza, il PEPP richiede un elevato grado di flessibilità nella sua pianificazione e attuazione rispetto al PAA e i suoi obiettivi di politica monetaria non sono identici a quelli del PAA.

[5] Poiché al Consiglio direttivo spetta la responsabilità di prendere decisioni che mirino a preservare la stabilità dei prezzi, è essenziale che la BCE abbia una chiara visione del modo in cui la politica monetaria agisce sulla loro dinamica. Il processo mediante il quale le decisioni delle autorità monetarie influenzano l’economia in generale, e il livello dei prezzi in particolare, è noto come meccanismo di trasmissione della politica monetaria, mentre i singoli collegamenti tramite i quali si esplicano (di norma) gli impulsi di politica monetaria sono detti “canali di trasmissione”.

[6] La Corte federale tedesca ha contestato al Governo e al Parlamento della Germania di aver supinamente accettato il Programma di acquisti di titoli di debito pubblico (PSPP) avviato da Mario Draghi, senza chiedere conto alla Bce della proporzionalità di tale misura, soprattutto laddove essa si è discostata dal criterio di riparto degli acquisti basato sul capital key della Banca centrale europea (ossia sulla suddivisione delle quote di partecipazione nel capitale dei diversi Stati membri). Per arrivare ad un simile giudizio, la Corte federale tedesca disconosce  la decisione dell’11 novembre 2018 della Corte di giustizia dell’Ue, che aveva ritenuto la legittimità di tale programma, ritenendola “incomprensibile”, il che apre anche una certa frattura istituzionale ad un livello molto alto. Non tutto è perduto, però, perché la Corte tedesca ha (generosamente !) concesso 3 mesi alla Bce per dimostrare in modo comprensibile e comprovato che gli obiettivi di politica monetaria perseguiti non sono sproporzionati rispetto agli effetti di politica economica e fiscale che si intendono ottenere. Se tale dimostrazione non intervenisse, afferma la Corte federale tedesca, la Bundesbank (che della Bce è la maggior contributrice) non potrebbe più partecipare al PSPP, smettendo di fatto di finanziare l’acquisto di titoli degli altri Stati.