Il Parlamento europeo ha approvato la direttiva sul lavoro delle piattaforme. Nuove regole per correggere il falso lavoro autonomo. I lavoratori non potranno essere licenziati sulla base di una decisione presa da un algoritmo. Alle piattaforme sarà vietato il trattamento di determinati tipi di dati personali
Il 24 Aprile 2024 il Parlamento europeo ha dato via libera a nuove norme volte a migliorare le condizioni di lavoro dei lavoratori delle piattaforme digitali. La nuova direttiva, concordata dal Parlamento europeo e dal Consiglio nel Febbraio scorso e adottata con 554 voti favorevoli, 56 voti contrari e 24 astensioni, mira a garantire che i lavoratori delle piattaforme digitali dispongano di una classificazione corretta della loro posizione lavorativa e a correggere il lavoro autonomo fittizio.
La norma regola inoltre, per la prima volta in assoluto nell’UE, l’uso di algoritmi sul posto di lavoro.
Situazione occupazionale .La nuova legge obbliga i Paesi UE a introdurre una presunzione di rapporto di lavoro subordinato (rispetto al lavoro autonomo) quando sono presenti fatti che indicano il controllo e la direzione, conformemente al diritto nazionale e ai contratti collettivi, e tenendo conto della giurisprudenza dell’UE.
Questa presunzione legale confutabile del rapporto di lavoro deve avere il fine di correggere lo squilibrio di potere tra la piattaforma di lavoro digitale e la persona che vi svolge il lavoro e di aiutare il lavoratore a beneficiare della presunzione. L’onere della prova spetterà alla piattaforma, che dovrà dimostrare che non esiste un rapporto di lavoro.
Nuove regole sulla gestione algoritmica. Le nuove norme garantiscono che una persona che esegue un lavoro su piattaforma non possa essere allontanata o licenziata sulla base di una decisione presa da un algoritmo o da un sistema decisionale automatizzato. Le piattaforme dovranno invece garantire il controllo umano su decisioni importanti che incidono direttamente sulle persone che svolgono un lavoro tramite piattaforme digitali.
Trasparenza e protezione dei dati. La direttiva introduce norme che proteggono i dati dei lavoratori delle piattaforme digitali in modo più solido. Alle piattaforme di lavoro digitali sarà vietato elaborare determinati tipi di dati personali, come i dati sullo stato emotivo o psicologico e le convinzioni personali di qualcuno.
Prossime tappe. Il testo dovrà ora essere adottato formalmente anche dal Consiglio. Dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’UE, gli Stati membri avranno due anni per integrare le disposizioni della direttiva nella loro legislazione nazionale.
Contesto. L’analisi della Commissione europea del 2021 ha rilevato che esistono più di 500 piattaforme di lavoro digitali attive e che il settore dà lavoro a oltre 28 milioni di persone, cifra che dovrebbe raggiungere i 43 milioni entro il 2025. Le piattaforme di lavoro digitali sono presenti in una varietà di settori economici, sia “in loco”, come per i conducenti di viaggi e le consegne di cibo, o online con servizi come la codifica dei dati e la traduzione.
Mentre la maggior parte dei lavoratori delle piattaforme digitali è formalmente autonoma, circa 5,5 milioni di persone potrebbero essere erroneamente classificate come lavoratori autonomi.
Con l’adozione di questa legislazione, il Parlamento risponde alle aspettative dei cittadini sui mercati del lavoro inclusivi e sull’innovazione digitale per rafforzare l’economia sociale e sostenibile, come indicato nelle proposte 13, 13, paragrafo 5, e 35, paragrafo 1, punto 3, delle conclusioni della Conferenza sul futuro dell’Europa.
(Fonte: Parlamento europeo. Comunicato del 24 Aprile 2024)
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