LULA LIBERO!

Franco Patrignani. 10 marzo 2021

LULA LIBERO!

di Franco Patrignani

Vitória (Brasile) 10 marzo 2021.

 

L’altro ieri, 8 marzo 2021, è arrivata la notizia bomba del cancellamento totale di tutti i processi e le condanne pronunciate contro Lula.

“Lula è libero!”

Ora, che è di nuovo un libero cittadino, Lula potrà partecipare alle prossime elezioni presidenziali.

Il solo annuncio ha suscitato una grande gioia tra i militanti e i simpatizzanti del PT.

E, ovviamente, una immensa preoccupazione negli altri schieramenti politici.

In tutti, comunque, un certo sconcerto, quasi incredulità.

È successo che inaspettatamente, Edson Fachin, un giudice del Supremo Tribunal Federal, ha deciso di emettere una sentenza su un tema che dal 2016 giaceva sui tavoli della “Corte Suprema brasiliana”. Incredibile!

Oltre a festeggiare, si comincia quindi a riflettere e a ragionare. E anche a congetturare.

Che cosa ha stabilito di fatto il giudice Fachin con la sua decisione monocratica?

Che tutte le azioni penali mosse nei confronti di Lula (comprese sentenze e condanne) venivano annullate per incompetenza territoriale del Tribunale di Curitiba, dove aveva agito il giudice Sergio Moro, fino al momento in cui era stato nominato, da Bolsonaro, Ministro di Giustizia.

Annullate per incompetenza territoriale. Già, perché è vero che a Curitiba erano stati assegnati tutti i processi legati ai fatti di corruzione verificatisi nella Petrobras, ma, secondo il giudice Fachin, i fatti imputati a Lula non erano esclusivamente collegabili al disvio di denaro della Petrobras, ma anche ai casi di corruzione riguardanti gli appalti di altre imprese pubbliche. Di conseguenza, i processi a carico di Lula vengono trasferiti al Tribunale Regionale di Brasilia (e non a quello di San Paolo, dove si sarebbero verificati i fatti).

Fachin spiega con un’ampia documentazione a sostegno, che anche per altri politici imputati di corruzione si è proceduto nella stessa maniera e quindi occorre tenere per l’ex Presidente Lula un identico comportamento.

Quindi si accetta, molto tardivamente, la tesi della difesa di Lula sull’incompetenza territoriale del giudice di Curitiba, si annullano le sentenze, ma non c’è nessuna assoluzione, c’è solo un trasferimento di competenze.

La cosa importante è, comunque, l’annullamento dell’impostazione costruita dai giudici di Curitiba, qui comunemente, quanto impropriamente, paragonati ai giudici di Mani Pulite.

Analizzando il contesto generale, alcuni osservatori sostengono che questa misura assume due altri significati:

1.Viene tolto dal centro dell’attenzione mediatica Sergio Moro, nel frattempo diventato anche ex ministro (avendo abbandonato, quasi un anno fa, il carro del vincitore, per incompatibilità politiche) e divenuto in questi ultimi mesi un po’ lo zimbello della magistratura per il suo comportamento “disinvolto”. Dalle intercettazioni telefoniche, diffuse da Wikileaks, sono emersi contatti alquanto “spuri” tra il Pubblico Ministero (Dalagnol) e il magistrato giudicante (Moro). Non solo le due parti si sono scambiate costantemente informazioni, ma è risultato chiaro che l’effettiva direzione delle indagini è stata svolta dal giudice Moro, all’interno di un disegno precostituito e che poi gli avrebbe permesso di condannare Lula.

2.Viene lasciata piena facoltà al giudice di Brasilia, cui verranno assegnati i nuovi processi contro Lula, di utilizzare il materiale di indagine e le prove raccolte nell’azione penale di Curitiuba.

In estrema sintesi, questa sentenza dovrebbe avere l’effetto, da un lato di spegnere i riflettori su Moro, mentre dall’altro presenta il rischio che si riaccenda la lampada dell’inquisizione su Lula.

C’è un’ulteriore curiosità, in questa vicenda, che va raccontata: da qualche settimana, Moro era uscito definitivamente dalla scena politica. Dopo la sua avventura ministeriale e dopo aver tentato un’ipotesi di pre-candidatura presidenziale, aveva optato per la professione di avvocato ed era stato prontamente assunto da uno studio legale che sta rappresentando alcune delle maggiori imprese coinvolte nei fatti di corruzione giudicate, in prima istanza, indovinate da chi? Proprio da lui, dal Dott. Sergio Moro!

Comunque la notizia è che a Lula sono state annullate le condanne emesse a Curitiba e, stando così le cose, questo gli permetterà di candidarsi alle prossime presidenziali.

Ma, nella serata dell’8 marzo, mentre il mondo intero festeggiava (Covid permettendo) l’altra metà del cielo, molti brasiliani erano davanti al televisore per cercare di capirci qualcosa di più.

E, come sempre, la Rede Globo ha spiegato le cose: inizia una nuova fase che ha bisogno di una nuova narrativa. Il tempo non è molto, ma sarà sufficiente, se necessario, per ricostruire una nuova fase di confronto politico, mescolando ancora una volta politica e giustizia. E il nuovo processo a Lula permetterà di parlare dell’ex-presidente in modo strumentale, centellinando discredito e lusinghe.

 Ma… in Brasile c’è sempre un ma, anzi, spesso più di uno.

A notte inoltrata arriva un’altra notizia bomba: per l’indomani, 9 marzo, è convocata una sessione di lavoro del Supremo Tribunal Federal, per giudicare l’istanza di legittima suspicione avanzata nei confronti dell’ex giudice (ex ministro e oggi avvocato dei suoi ex imputati) Sergio Moro.

Il relatore è il giudice Gilmar Mendes, altro deus ex machina, che ha sostenuto la necessità di accettare la legittima suspicione di Moro, invalidando così ogni atto da lui compiuto.

Questo sì che avrebbe ricondotto le cose in un alveo più chiaro e direi rassicurante per Lula.

Solo che, quando si è aperto il dibattito, uno dei giudici ha chiesto la sospensione per avere il tempo di esaminare i fatti e la documentazione disponibile.

Così, altro colpo di scena: una decisione attesa da tutti è stata rinviata a tempo indefinito. Si potrà riprendere solo quando il giudice che ha chiesto la sospensione si dichiarerà pronto (per inciso, va detto che chi ha bloccato il processo è il giudice che è stato recentemente nominato membro del Supremo Tribunal Federal, dal presidente Bolsonaro).

Come prevedibile, ora tutti stanno riordinando le loro file e riarticolando le proprie strategie.

Questa mattina, 10 marzo, Lula ha convocato una conferenza stampa presso la sede del Sindacato dei Metalmeccanici di San Bernardo per comunicare, la sua soddisfazione, il suo ringraziamento e il suo apprezzamento per la decisione del Giudice Fachin che ha avuto il coraggio di dare una risposta ad una obiezione che dal 2016 i sui legali hanno regolarmente sollevato.

Lula ha parlato a lungo dei rischi del Covid e della necessità di salvaguardarsi. In relazione ai processi che ha dovuto affrontare, ha detto che non porta rancore per nessuno, ma che ritiene di essere stato vittima di una gravissima ingiustizia. Il suo dolore per quanto gli è successo e per quanto gli è stato negato nei quasi due anni di reclusione, non è comunque comparabile al dolore che le famiglie stanno provando per le perdite dei loro cari e per le difficoltà che stanno affrontando per riuscire a sopravvivere nella grave crisi in corso.

La Rede Globo ha dato ampio risalto alle dichiarazioni di Lula.