Difendere le istituzioni democratiche e l’integrità del PE da ingerenze malevoli

In una relazione approvata il 13  Luglio 2023, il Parlamento europeo ha chiesto sistemi efficaci di monitoraggio e sorveglianza per individuare le ingerenze straniere nelle sue attività.

Richieste maggiori trasparenza, integrità e responsabilità

Le riforme andrebbero aperte al dialogo democratico con la società civile

Preoccupazione per il lobbying a Bruxelles di Qatar, Marocco, Cina, Russia ed Emirati arabi uniti

1.I deputati hanno approvato, con 441 voti a favore, 70 contrari e 71 astensioni, le proposte della commissione speciale del Parlamento europeo sulle ingerenze straniere, la trasparenza e la responsabilità di riforma delle norme del Parlamento europeo in materia di trasparenza, integrità, responsabilità e lotta alla corruzione. Nel testo, i deputati hanno messo in guardia contro i tentativi di interferire con la democrazia, definendoli “un fenomeno diffuso che deve essere contrastato con la massima fermezza possibile”.

2.Ribadendo il loro “profondo sconcerto” e la loro “condanna per i presunti atti di corruzione, riciclaggio di denaro e partecipazione a un’organizzazione criminale” che coinvolgono tre deputati al Parlamento europeo in carica, un ex deputato e un assistente parlamentare, i deputati hanno chiesto l’adozione di misure volte a rafforzare le istituzioni dell’UE di fronte a tentativi di ingerenza straniera. I Hanno inoltre evidenziato le “numerose lacune nelle regole di integrità e trasparenza del Parlamento” e chiesto che la proposta in 14 punti della Presidente Metsola di riforma del regolamento del Parlamento sia tradotta quanto prima in azioni concrete.

3.Rafforzare la tutela degli informatori e chiarire le norme sui conflitti di interesse

I deputati chiedono una revisione in tempi rapidi del loro codice di condotta che includa sanzioni efficaci. Il codice dovrebbe offrire maggiori tutele agli informatori (whistleblower), inasprire le norme sui conflitti di interesse, le dichiarazioni patrimoniali e la comunicazione dei redditi accessori e includere il divieto di svolgere attività collaterali retribuite da entità coperte dal Registro per la trasparenza.

In aggiunta, pur consapevoli che il dialogo tra i rappresentanti dei gruppi di interesse e i responsabili politici rimane “una parte vitale della democrazia europea”, i deputati hanno dichiarato inaccettabili il ricorso a mezzi inopportuni per esercitare influenza, la corruzione e altri reati.

4.Le ingerenze straniere non devono rimanere impunite.

I deputati affermano che paesi come “il Qatar, il Marocco, la Cina, la Russia, gli Emirati arabi uniti, la Serbia e la Turchia, hanno investito pesantemente nelle operazioni di lobbying a Bruxelles”. Ritengono inoltre che i tentativi di ingerenza straniera “non debbano rimanere privi di conseguenze” e chiedono la sospensione dei finanziamenti dell’UE e di qualsiasi proposta legislativa o non legislativa in materia di cooperazione con le autorità statali che tentano di interferire, con l’eccezione dei finanziamenti destinati alle organizzazioni della società civile, ai media indipendenti e all’assistenza umanitaria.

5.L’ambito di applicazione e la supervisione del Registro per la trasparenza dovrebbero essere rafforzati e tutti i deputati dovrebbero dichiarare le riunioni programmate con i lobbisti, compresi gli incontri con rappresentanti diplomatici di paesi terzi.

6.Controllo delle attività degli ex deputati al Parlamento europeo

Il futuro organismo europeo responsabile delle questioni di etica dovrebbe monitorare il rispetto da parte degli ex deputati del periodo di incompatibilità (cooling-off) di sei mesi. Il loro accesso al Parlamento dovrebbe inoltre essere revocato qualora esercitino pressioni sul Parlamento per conto di paesi ad alto rischio. I deputati si rammaricano anche del fatto che la Commissione abbia impiegato così tanto tempo per presentare la sua proposta e che questa manchi di ambizione.

7.Citazioni

Dopo il voto, la Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola ha dichiarato: “Le proposte di riforma adottate oggi offriranno soluzioni a lungo termine per contribuire a rafforzare la nostra capacità di impedire agli attori esterni di interferire con il nostro lavoro. Costituiranno la nostra linea di difesa contro i Paesi terzi autocratici che cercano di controllare il processo decisionale europeo e ci aiuteranno a proteggere le nostre società aperte e libere. Completeranno tutte le misure immediate già messe in atto per aumentare l’integrità”.

Il correlatore Vladimír Bilčík (PPE, Slovacchia) ha dichiarato: “Il Parlamento, pur continuando ad essere un’istituzione aperta, deve difendersi dalla corruzione e dalle ingerenze straniere malevole. In quest’ottica, proponiamo l’introduzione di un nulla osta di sicurezza per il personale che si occupa di questioni sensibili, la divulgazione al pubblico di tutte le riunioni con terzi e l’obbligo di condurre le relazioni politiche con paesi terzi esclusivamente attraverso canali parlamentari prestabiliti.”

La correlatrice Nathalie Loiseau (Renew, Francia) ha dichiarato: “Sulla scia dello sconcerto causato dal Qatargate e in un momento in cui Russia, Cina e altri paesi stanno cercando di infiltrarsi nel Parlamento per condizionarci, la commissione speciale sulle ingerenze straniere ha appena adottato proposte incisive per imporre al Parlamento una maggiore trasparenza e garantire una migliore tutela del nostro lavoro contro i nemici della democrazia europea.”

8.Contesto.

In parallelo, a Settembre 2023, il Parlamento ha approvato alcune modifiche al proprio regolamento interno. Tali modifiche includono: un rafforzamento del divieto per le attività di lobbying dei deputati al Parlamento, maggiore trasparenza riguardo a idee, suggerimenti e input da parte di attori esterni, sanzioni più severe per le violazioni del codice di condotta, una portata più ampia per le dichiarazioni obbligatorie dei deputati in merito agli incontri con terzi, norme più chiare per evitare conflitti di interessi e maggiore trasparenza nelle dichiarazioni finanziarie dei deputati, ivi comprese le dichiarazioni patrimoniali all’inizio e alla fine di ogni mandato.

Sono state introdotte inoltre regole più severe riguardo ai doni ricevuti dai deputati e per le dichiazioni relative alle spese di viaggio e soggiorno di terzi, nonché il divieto di impegnarsi con ex deputati nei sei mesi successivi alla loro uscita dal Parlamento. Verrà inoltre rafforzato il ruolo del comitato consultivo sul codice di condotta.