La Commissione europea eroga all'Italia 24,9 miliardi di Euro di prefinanziamenti
13 Agosto 2021
NextGenerationEU: la Commissione europea eroga all’Italia 24,9 miliardi di Euro di prefinanziamenti.
Nota a cura di B. Torres.
- Il 13 agosto 2021 la Commissione europea ha erogato all’Italia a titolo di prefinanziamento 24,9 miliardi di Euro, pari al 13% dell’importo totale stanziato a favore del nostro Paese in sovvenzioni e prestiti nel quadro del dispositivo per la ripresa e la resilienza. I pagamenti del rimanente 87% affluiranno in base al completamento dei target fissati. Il bonifico è stato deciso prima del termine ultimo.
1.1. L’art. 13 del Regolamento Ue 2021/241 del Parlamento e del Consiglio del 12 febbraio 2021, che disciplina il Recovery and Resilience Facility (RRF), prevede che entro due mesi dalla sottoscrizione dell’accordo la Commissione proceda al pagamento del prefinanziamento, d’importo (come detto) fino al 13% del contributo. Ora, la sottoscrizione dell’accordo risale al 13 luglio scorso, quando il Pnrr. ovvero il Piano nazionale di ripresa e resilienza ha ottenuto il via libera dell’Ecofin; l’erogazione è pertanto avvenuta con anticipo.
L’Italia è uno dei primi paesi a ricevere un prefinanziamento nell’ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza. Il prefinanziamento contribuirà a dare impulso all’attuazione delle misure fondamentali di investimento e riforma delineate nel piano nazionale per la ripresa e la resilienza.
La Commissione autorizzerà l’erogazione di ulteriori fondi in funzione della realizzazione degli investimenti e delle riforme previsti nel piano per la ripresa e la resilienza dell’Italia. Il nostro Paese dovrebbe ricevere complessivamente 191,5 miliardi di Euro nel corso della durata del piano nazionale (68,9 miliardi di Euro in sovvenzioni e 122,6 miliardi di Euro in prestiti).
1.2. L’erogazione del 13 agosto fa seguito al recente successo della prima emissione di titoli nell’ambito di NextGenerationEU. Entro la fine dell’anno la Commissione intende raccogliere complessivamente fino a 80 miliardi di Euro di finanziamenti a lungo termine, che saranno integrati da buoni dell’UE a breve termine (EU-bills), per finanziare i primi esborsi previsti a favore degli Stati membri nell’ambito di NextGenerationEU.
Nel quadro di NextGenerationEU, il dispositivo per la ripresa e la resilienza metterà a disposizione 723,8 miliardi di Euro (a prezzi correnti) per sostenere gli investimenti e le riforme negli Stati membri. Il piano italiano fa parte della risposta dell’UE “per uscire più forti dalla crisi COVID-19, promuovendo le transizioni verde e digitale e rafforzando la resilienza e la coesione nelle nostre società”.
1.3. In Italia il dispositivo per la ripresa e la resilienza finanzia investimenti e riforme che, stando alle previsioni, dovrebbero trasformare profondamente l’economia e la società del nostro Paese. Tra i progetti che beneficeranno dei finanziamenti figurano i seguenti:
a) garantire la transizione verde: con 32,1 miliardi di Euro, un maggior numero di regioni sarà integrato nella rete ferroviaria ad alta velocità e saranno completati i corridoi ferroviari per il trasporto merci. Sarà inoltre potenziato il trasporto locale sostenibile mediante l’estensione dei percorsi ciclabili e delle linee di metro, tram e bus a zero emissioni, la realizzazione di punti di ricarica per auto elettriche in tutto il paese e di stazioni di rifornimento a idrogeno per il trasporto stradale e ferroviario;
b) sostenere la transizione digitale: saranno investiti 13,4 miliardi di Euro per promuovere l’adozione delle tecnologie digitali da parte delle imprese attraverso un regime di credito d’imposta volto a sostenere e accelerare la loro trasformazione digitale;
c) rafforzare la resilienza economica e sociale:26 miliardi di Euro saranno investiti in una maggiore disponibilità di strutture per l’infanzia, nella riforma del sistema di istruzione, nel potenziamento delle politiche attive del mercato del lavoro così come della partecipazione di donne e giovani al mercato del lavoro e nel rafforzamento della formazione professionale grazie ad investimenti nel sistema di apprendistato.
Altri 3,7 miliardi di Euro saranno destinati alla riforma e alla modernizzazione del pubblico impiego, al rafforzamento della capacità amministrativa e alla riforma e alla digitalizzazione dei tribunali civili e penali per ridurre la durata dei procedimenti giudiziari. Ulteriori investimenti e riforme dovranno rafforzare il contesto imprenditoriale migliorando il sistema degli appalti pubblici e i servizi pubblici locali, riducendo i ritardi di pagamento ed eliminando gli ostacoli alla concorrenza.
- Il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza: il cammino percorso e le prossime tappe.
2.1.Con l’avvenuta approvazione, da parte del Consiglio dell’Unione europea, della Decisione di esecuzione relativa all’approvazione della valutazione del piano per la ripresa e la resilienza, l’Italia ha potuto accedere al prefinanziamento delle risorse del Recovery and Resilience Facility, disciplinato dal cit. Regolamento (UE) 2021/241. Questo dispositivo costituisce il perno della strategia di ripresa postpandemica dell’Unione europea (UE) finanziata tramite “Next Generation EU” (NGEU) ad integrazione del Quadro finanziario pluriennale dell’Unione europea 2021-2027. NGEU è uno strumento di natura emergenziale, di durata temporanea e valenza una tantum, utilizzabile esclusivamente ai fini della risposta alla crisi e delle misure per la ripresa, in virtù del quale la Commissione europea è autorizzata a sollecitare prestiti sui mercati dei capitali per un ammontare totale di 750 miliardi di euro, 390 dei quali destinati a sovvenzioni e 360 a prestiti. Quasi il 90 per cento delle risorse NGEU è destinato all’RRF.
2.2. Come noto, l’Italia ha trasmesso il proprio PNNR alla Commissione europea il 30 aprile 2021, ex art. 18 del cit. Regolamento (UE) 2021/241. Il PNRR italiano delinea un “pacchetto completo e coerente di riforme e investimenti” e comprende misure che si articolano intorno a tre assi strategici, condivisi a livello europeo: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale. Esso si articola in sei missioni (digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo, rivoluzione verde e transizione ecologica, infrastrutture per una mobilità sostenibile, istruzione e ricerca, inclusione e coesione e salute). L’Italia ha richiesto il massimo delle risorse RRF disponibili, pari a 191,5 miliardi di euro, di cui 68,9 miliardi in sovvenzioni e 122,6 miliardi in prestiti.
2.3. Ai sensi dell’art. 19 del cit. Regolamento, la Commissione doveva valutare il PNRR entro due mesi dalla presentazione ufficiale, formulando una proposta sul seguito da dare al piano stesso, alla luce dei principali criteri base della valutazione: pertinenza, efficacia, efficienza, coerenza. Coerentemente con questa scadenza, la Commissione europea ha pubblicato il 22 giugno 2021 la proposta di decisione di esecuzione del Consiglio relativa all’approvazione del PNRR dell’Italia (COM(2021) 344), accompagnata da una approfondita analisi del PNRR [cfr. il documento di lavoro della Commissione: SWD(2021) 165)].
Nel mettere a disposizione dell’Italia le risorse richieste, si è ritenuto che il Piano: a) sia bilanciato nella risposta ai pilastri citati nell’art. 3 del cit. Regolamento RRF e impostato per incrementare il potenziale di crescita dell’Italia, le condizioni del mercato del lavoro e la resilienza sociale; b) non arrechi danno significativo agli obiettivi ambientali dell’Unione; c) contenga misure connesse alla transizione verde per il 37,5 per cento dell’allocazione totale e connesse alla trasformazione digitale per il 25,1 per cento; d) abbia il potenziale di arrecare cambiamenti strutturali duraturi e quindi avere un impatto anch’esso duraturo sulle società e economia italiane; e) presenti costi stimati ragionevoli, plausibili e commensurati all’impatto sociale e economico atteso.
La Commissione ha fornito una valutazione nel complesso positiva anche in considerazione: i) del sistema di governance multi-livello creato per assicurare un’attuazione efficace; ii) del monitoraggio del PNRR e, c) del forte sistema di controllo stabilito,
2.4. Il 13 luglio 2021 il Consiglio Ecofin ha approvato, sulla base della proposta della Commissione, il PNRR dell’Italia all’interno di un pacchetto che ha incluso anche i PNRR di Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Lettonia, Lussemburgo, Portogallo, Slovacchia e Spagna.
La decisione di esecuzione relativa all’Italia (cfr. il doc 10160/21) è corredata di un Allegato che definisce in dettaglio, per ogni investimento e riforma, obiettivi e traguardi precisi. Al loro conseguimento è subordinata l’assegnazione delle risorse su base semestrale. La pubblicazione della decisione di esecuzione ha consentito di avviare la conclusione di convenzioni di sovvenzione e accordi di prestito, in tal modo consentendo il suddetto prefinanziamento fino al 13% dell’importo totale.
Ancor prima del termine finale (13 settembre), la Commissione ha quindi proceduto al pagamento del prefinanziamento, di importo fino al 13% del contributo (art. 13, citato), ovvero 8.954.466.787 Euro a titolo di sovvenzioni e 15.938.235.352 Euro a titolo di prestiti. L’ammontare del prefinanziamento verrà detratto proporzionalmente da ogni esborso successivo (quindi il 13% di ogni rata, sia per la parte sovvenzioni sia per la parte prestiti, articoli 2, par. 3, e 3, par. 3 del cit. Regolamento).
2.5. Una volta avviati i progetti e gli investimenti finanziati dall’RRF, l’art. 24 del cit. Regolamento prevede che gli Stati membri possano presentare due volte l’anno alla Commissione una richiesta di pagamento del contributo finanziario “debitamente motivata” (par. 2). La richiesta comporta l’avvenuto raggiungimento di traguardi e obiettivi concordati e indicati nel PNRR approvato; in base al par. 3, la Commissione valuta in via preliminare se questi siano stati effettivamente conseguiti “in maniera soddisfacente”. Tale valutazione deve avere luogo “senza indebito ritardo e al più tardi entro due mesi dal ricevimento della richiesta”. In caso di esito positivo, la Commissione trasmette le proprie conclusioni al Comitato economico e finanziario, organo consultivo composto da alti funzionari di amministrazioni e banche centrali nazionali (par. 4) e adotta “senza indebito ritardo” una decisione che autorizza l’erogazione dei fondi (par. 5).
In caso di esito negativo, invece, il pagamento (totale o parziale) viene sospeso per riprendere solo dopo che lo Stato membro interessato abbia adottato le “misure necessarie per garantire un conseguimento soddisfacente dei traguardi e degli obiettivi” (par. 6). In caso di inazione, entro sei mesi (art. 24, par. 8), la Commissione può disporre la riduzione proporzionale dell’ammontare del contributo finanziario. In assenza di progressi concreti, dopo 18 mesi è prevista la possibilità di risolvere il contratto e disimpegnare l’importo del contributo finanziario (par. 9). Eventuali prefinanziamenti sarebbero integralmente recuperati; gli Stati membri interessati possono presentare osservazioni.
Il par. 10 dell’art. 24 prevede infine che “in presenza di circostanze eccezionali l’adozione della decisione che autorizza l’erogazione del contributo finanziario (…) può essere rinviata fino a tre mesi”: si fa qui riferimento alla cd. procedura del “freno d’emergenza”, concordata in sede di Consiglio europeo del 17-21 luglio 2020, ma non codificata all’interno del cit. Regolamento: se uno o più Stati membri ritengono che vi siano stati seri scostamenti dall’adempimento soddisfacente di traguardi e obiettivi, possono chiedere di deferire la questione al successivo Consiglio europeo. Nessuna decisione può essere assunta finché il Consiglio europeo o l’Ecofin, all’uopo delegato, non abbiano discusso la questione “in maniera esaustiva”. Per tale procedura si prevede, “di regola”, una durata non superiore a tre mesi. Il Parlamento europeo deve essere prontamente informato.
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